Una nuova tassa, come se non ce ne fossero già abbastanza nel nostro paese. La cosiddetta “manovrina” proposta dal Governo Gentiloni ha introdotto una serie di misure, tra cui quella che è stata ribattezzata “Tassa Airbnb”, prendendo spunto dal nome del celebre portale internet che mette in contatto chi è in cerca di un alloggio o di una camera. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Affitti di breve durata”]
L’obiettivo è quello di contrastare l’evasione fiscale per quel che riguarda gli affitti di breve durata (ad esempio le case vacanze), in modo che tutti paghino la cedolare secca. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Agenzia delle Entrate”]
In caso di approvazione, i portali web e le agenzie immobiliari dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate i contratti di affitto breve conclusi. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Regime fiscale”]
Parlare di tassa è comunque una forzatura, visto che le imposte su queste locazioni esistono da sempre, il problema sono i pochi pagamenti. La cedolare secca non è altro che un regime fiscale che ha sostituito l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e le addizionali, oltre alle imposte di bollo e di registro: come ricordato dal portale Laleggepertutti.it, le aliquote sono due, vale a dire il 10% per il canone concordato e il 21% in tutti gli altri casi.