Non usatelo se lo avete in casa è pericoloso, saltano i test e ritirano il farmaco dalle farmacie

Ancora una volta l’Agenzia Italiana del Farmaco, poche ore da, ha ordinato il ritiro di un farmaco. Sul sito, si legge che il ritiro è stato disposto a scopo cautelativo. Si tratta, nello specifico, dei lotti n. 1401 scad. 30/11/2017, n. 1402 scad. 30/11/2017 e n. 364/15 scad. 31/12/2018 della specialità medicinale HEPAFACTOR*IM IV 5F+5F 3ML – AIC 021289018 della ditta Genetic Spa. CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”I motivi del ritiro”]

A quanto pare, il provvedimento, secondo quanto riferito da Giovanni D’Agata (presidente dello “Sportello dei Diritti”) è stato necessario perché è stato redatto un verbale ispettivo relativo al sopralluogo presso l’officina Hikma e successivo follow up concernente la deviazione n. 4 b relativa alla mancata esecuzione del test di integrità sulle fiale contenenti liofilizzati. Ecco per cosa è usato il farmaco CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Per cosa veniva usato il farmaco”]

HEPAFACTOR è utilizzato per il trattamento di anemie ipercroniche anche resistenti al trattamento con vitamina B12. Coadiuvante nella piccola e media insufficienza epatica. I lotti in questione non potranno essere utilizzati e la ditta Genetic dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento. Vi invitiamo a diffondere la notizia sui social in modo da fermare l’acquisto del farmaco.CONTINUA A LEGGERE
Fonte: Retenews24

+++ATTENZIONE+++ Nuovo farmaco ritirato dal mercato

Nelle ultime ore sta circolando la notizia del ritiro dal mercato di uno dei farmaci più utilizzati. Si tratta del Tavor, venduto dalla società di farmaci americana Pfizer. È la filiale italiana a diffondere l’annuncio nel nostro paese. Ecco l’annuncio ufficiale: CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco cosa ha rivelato la società”]

“ La Pfizer Italia Srl ha comunicato allo sportello dei diritti in data 29/07/2016 il ritiro del lotto n 4040 scadenza 31/1/2017 della specialità medicinale TRAVOR INIET 5F 1 ML 4 MG/ML – AIC 022531139.” Ecco a chi era destinato il farmaco. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco perchè è stato ritirato “]

È un farmaco utilizzato da chi è soggetto a stati d’ansia, tensioni ed in generale per tutte le manifestazioni somatiche e psicosomatiche di stati d’ansia. La motivazione del ritiro è stata spiegata dal presidente dello sportello dei diritti Giovanni D’Agata. Il presidente spiega che si tratta di una misura precauzionale di sospensione necessaria da una riduzione del periodo di validità dello stesso da 21 mesi a 15 mesi.CONTINUA A LEGGERE

Tre amiche prendono lo stesso medicinale a distanza di pochi giorni. Muoiono tutte e tre

In Scozia è allarme relativamente alla circolazione di falsi medicinali che stanno causando diversi decessi. A Renfrew si sono registrati tre decessi: tre amiche, scomparse a 10 giorni di distanza l’una dall’altra. Le tre giovani avrebbero assunto delle pillole di Diazepam, che avrebbero dovuto garantire l’effetto del Valium. CLICCA SUL PUNTO 2 dell’indice per leggere cosa ha scoperto la Polizia [nextpage title=”Ecco cosa ha scoperto la polizia”]
Le autorità locali hanno avviato le indagini, scoprendo, dopo aver battuto la pista del decesso naturale, che le giovani avevano assunto le stesse pillole, rivelatesi false. Kirsty Gilchrist, 29 anni, è deceduta il 9 giugno scorso; a sette giorni di distanza, la sua amica Natasha McCann, 26 anni, ha conosciuto la stessa sorte. Così come, 19 giugno, Hanna McNocher, di appena 20 anni. La polizia locale ritiene che le ragazze siano state vittime di un cocktail di sostanze chimiche, quali Subutex, un sostituto dell’eroina ed etizolam, che risultano letali se mescolate insieme. CONTINUA A LEGGERE

++ FARMACO RITIRATO DAL MERCATO ++

L’Azienda italia del Farmaco continua a tener d’occhio alcuni lotti sospetti. Questa volta i lotti ritirati dal mercato sono stati i seguenti: A1504 scad. 6-2017, A1601 scad. 7-2017, A1602 scad. 8-2017 e A1603 scad. 10-2017. Come evidenziato dal presidente dello sportello dei diritti, Giovanni D’agata, il ritiro è avvenuto dopo le segnalazioni della ditta che evidenziavano un errore di denominazione negli astucci del farmaco. CLICCA SUL PUNTO 2 dell’indice per conoscere i dettagli del ritiro [nextpage title=”Ecco come restituire il prodotto”]
L’azienda produttrice dovrà ora occuparsi del ritiro di tutte le confezioni di prodotti non idonee al commercio su tutto il territorio. Il ritiro (che dovrà essere effettuato entro le 48 ore) verrà seguito dal Comando dei Carabinieri, che dovrà accertare l’avvenuto ritiro. Chiunque abbia acquistato il farmaco prima di questa comunicazione dovrà prestare attenzione al numero di serie e richiedere un cambio in caso di merce non idonea. CONTINUA  A LEGGERE

Il “super-farmaco” contro l’epatite C in Italia costa 27 mila euro, in India 1 euro

Comprare in India un farmaco contro l’epatite C? Sì se nel nostro Paese tale farmaco costa 74mila euro. Marco, ha 40 anni, è trentino e ha l’epatite C. Per curare la sua malattia necessita del sovaldi, che in Italia costa 74mila euro. La molecola da cui è costituito – il sofosbuvir – assicura la guarigione nel 90% dei casi. [nextpage title=”La scelta”]
Tutto grazie alla Gilead, la casa farmaceutica americana che ha sviluppato la cura. Lo scorso anno il farmaco è stato ammesso in alcune strutture pubbliche al prezzo “agevolato” di 37mila euro, ma esclusivamente per i casi più gravi. Marco ha deciso quindi di recarsi in India, dove lo stesso medicinale costa 700 euro. E adesso sta guarendo. CONTINUA A LEGGERE

Una mamma condivide le foto del figlio malato per avvertire i genitori – FOTO

Hayley Lyons ha dovuto gestire una situazione difficilissima ed ha deciso di condividere la sua esperienza su Facebook. Il suo bimbo ha contratto la varicella e, per contrastarla, alcuni medici gli hanno prescritto l’ibuprofene: farmaco antinfiammatorio che ha provocato seri danni alla pelle del piccino. I danni della cura sono stati documentati dalla giovane mamma con alcuni scatti terminati sul noto social. Le sue condizioni sono peggiorate con l’infezione batterica che ha colpito il sistema immunitario. All’Alder Hey Hospital è stato spiegato a Hayley che qui medici non avrebbero dovuto somministrare l’ibuprofene al bimbo. Infatti, con la varicella, le pustole affondano ancora di più nella pelle utilizzando quel farmaco. Per fortuna il piccolo si è ripreso completamente. Il post di mamma Hayley è diventato subito virale: 350 mila condivisione in meno di 48 ore. CONTINUA A LEGGERE   

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VERGOGNOSO!!! Ecco il Farmaco Salva Vita che in Italia costa 45 Mila €… In India solo 1€

Purtroppo non è la prima volta che nel nostro paese accade qualcosa di simile. Stiamo parlando di quello che succede quotidianamente nel nostro sistema sanitario che a quanto pare si veste di contraddizioni e ipocrisia: oggi infatti vi mostreremo come farmaci che nel nostro paese costano un occhio della testa, in altri, molto più lontani dal nostro, e se vogliamo, anche meno sviluppati come l’india costa assai meno.
L’epatite fortunatamente non è una malattia molto diffusa nel nostro paese, eppure, se malauguratamente ci ammalassimo di questa malattia, dovremmo fare fronte ad una spesa non indifferente per comprare un farmaco che si chiama SOFOSBUVIRA e costa circa 45 MILA EURO. Si avete proprio capito bene! Una fortuna che persone non vedranno mai in una vita intera, spesa per un solo farmaco.

Ma di cosa si tratta? Che caratteristiche ha questo farmaco costosissimo? Il Sofosbuvira è un nuovo farmaco antivirale che inibisce l’enzima “RNA polimerasi RNA-dipendente(NS5B)”, essenziale per la replicazione del virus dell’epatite C (HCV) che può portare nel tempo a conseguenze terribili come cirrosi e carcinoma epatico. Fortunatamente questa malattia si può configgere ma è necessario l’utilizzo del Sofosbuvira che come avete letto costa troppo per le tasche dei comuni mortali italiani. Non in tutti i paesi questo farmaco ha costi così eccessivi. Basti pensare all’Egitto, nazione in cui il suo costo si aggira intorno ai 700 euro. In India, invece, questo farmaco costa solamente 1 euro.
come è possibile una differenza tanto abissale? Bisognerebbe darsi delle risposte per vedere cambiare qualcosa, non credete?CONTINUA A LEGGERE

’Aifa Ordina il ritiro del farmaco Kevindol

A quanto pare l’AIFA, ha disposto il ritiro, su tutto il territorio nazionale, del lotto n. 451186 scad. 9/2016 della specialità medicinale KEVINDOL*OS GTT 20MG/ML 10ML – AIC 037746029 della ditta So.se.pharm Srl.
Il provvedimento si è reso necessario a seguito della segnalazione.

Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta So.se.pharm dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

Diffondete il messaggio affinchè chi assume ancora il farmaco smetta immediatamente.

Melanoma, intercettato segnale che anticipa trasformazione maligna

Finalmente una buona notizia in campo medico. Un team di ricercatori ha scoperto che con farmaci oggi sul mercato potrebbe esser possibile bloccare quel segnale e rendere il tumore “non letale”. La ricerca, diretta da Carmit Levy della Sackler School of Medicine, è stata condotta grazie alla collaborazione dei ricercatori dell’Università di Tel Aviv, del Technion Institute of Technology di Haifa, del Centro Medico Sheba, dell’Istituto Gustave Roussy e dell’Università di Gerusalemme. Gli scienziati, stando a quanto pubblicato sulle pagine della rivista Molecular Cell, sono riusciti a mettere a fuoco lo stadio preciso in cui il cancro diventa maligno, aprendo potenzialmente la strada a nuove forme di prevenzione.
Infatti, pare sia stato intercettato il segnale che attiva il tumore. “Per comprendere il melanoma – ha spiegato Levy – abbiamo dovuto studiare approfonditamente la struttura e la funzione della pelle sana. Il melanoma è un tumore che ha origine nell’epidermide e, nella sua forma più aggressiva, invade il derma e gli strati sottostanti. Attraverso i vasi sanguigni e i linfonodi si diffonde a tutti gli altri organi, che vengono devastati dalle metastasi”.
Prima di tutto questo si svolge però un’azione silente. Il melanoma si estende verso l’alto e lì si organizza per sferrare il suo attacco letale.“Doveva esserci qualcosa nel microambiente della pelle che permette alle cellule del melanoma di cambiare caratteristiche – ha continuato il responsabile dello studio -. Dovessi ragionare come fa un tumore mi domanderei il perché dover sprecare energia quando nel corpo ce n’è tanta a disposizione?”.
“Le normali cellule epidermiche non si spostano – commenta Levy -. Il melanoma invece prima si sposta verso gli strati superficiali della pelle e poi, solo in un secondo momento, invade gli strati inferiori. Potessimo riuscire a fermarlo quando si trova in superficie, prima della contaminazione dei vasi sanguigni, potremo fermare la progressione del tumore”.
In futuro una crema come sistema di prevenzione. “Siamo riusciti ad intercettare il segnale che precede la mutazione del melanoma – ha concluso Levy -. Ora dobbiamo soltanto comprendere come bloccare quel segnale. La cosa potrebbe sembrare complicata ma ci sono molti farmaci, già testati sull’uomo, che potrebbero interferire su quel segnale. In un futuro non troppo lontano potremo essere in grado di sviluppare una sorta di crema che funzionerà come una misura di prevenzione. Il melanoma è un tumore in genere lento. Se si riuscissero a sviluppare dei sistemi di analisi precoce potremo finalmente salvare migliaia di persone in tutto il mondo”.

IL nano farmaco che fa regredire il cancro

Un’ottima notizia in campo medico. Per i pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore ai polmoni: contro il tumore al polmone tipico dei fumatori, quello definito squamoso, arriva una nuova arma.
grazie ad un innovativo nanofarmaco (nab-paclitaxel), infatti, e’ stato gia’ evidenziato che il tumore si riduce nel 41% dei pazienti, ed e’ ora ai nastri di partenza la sperimentazione, guidata dall’Italia, per utilizzare la nuova molecola anche come terapia di mantenimento per tenere sotto controllo il cancro. Il nanofarmaco ha già dimostrato di far regredire il tumore del polmone nel doppio dei pazienti rispetto al trattamento standard e oggi potrebbe dunque rappresentare una svolta anche come terapia di mantenimento, successiva alla chemioterapia iniziale, cercando di migliorare così in maniera significativa la sopravvivenza proprio in una delle forme più aggressive, tipica dei fumatori.
Almeno questo è ciò che vuole dimostrare lo studio internazionale di fase III, ‘Abound’, avviato con il coinvolgimento di 300 pazienti e di cui si parla oggi al Congresso europeo sul cancro in corso a Vienna. L’Italia ricopre un ruolo di primo piano, con la guida di Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’Azienda Ospedaliera ‘Moscati’ di Avellino. «Le prospettive aperte da nab-paclitaxel, associato a carboplatino, un altro farmaco chemioterapico, stanno già cambiando la terapia standard – spiega Gridelli, che è anche presidente della Associazione Italiana Oncologia Toracica -. In particolare si è registrata una regressione delle dimensioni del tumore nel 41% dei pazienti». Alla luce di questi dati, spiega, «abbiamo deciso di verificare con un altro studio l’efficacia della molecola come terapia di mantenimento successiva alla combinazione. Oggi, in questo tipo di tumore del polmone, dopo 4/6 cicli di chemioterapia si sospende il trattamento e la sopravvivenza è di circa un anno. Stiamo verificando in questo studio se la terapia di mantenimento è invece in grado di mantenere il risultato ottenuto con la chemioterapia iniziale, con prospettive importanti». Il fumo di sigaretta è il più importante fattore di rischio per il carcinoma del polmone. La probabilità di svilupparlo è più alta di 14 volte nei tabagisti rispetto ai non fumatori.