Le famiglie italiane possono tirare un sospiro di sollievo, per le più numeroso è previsto bonus che può alleviare le ansie quotidiane di molte famiglie. Per richiedere il bonus è necessario che la famiglia abbia almeno quattro figli.
Per queste famiglie in difficoltà è previsto un assegno pari a 500 euro. Un altro requisito indispensabile per usufruire del bonus è anche indispensabile che la situazione economica,attesta con un apposito modello ISEE, non risulti superiore a 8.500 euro annui.CONTINUA A LEGGERE
Fonte: Retenews
Tag: euro
Bonus di 5000 Euro per Giovani Genitori: Cosa è e Come si Ottengono
Una buona notizia per i neo-genitori. È previsto un bonus di 5000 Euro per Giovani Genitori. In rete la notizia sensazionalistica. Ecco cosa è davvero, da quanto tempo esiste, e chi ha diritto a usufruirne.
Da qualche giorno circolava in rete una notizia data per certa e attuale di tale Bonus di 5000 euro per giovani genitori, che il Governo Renzi aveva stanziato per il 2016.
L’annuncio era di quelli ufficiali, dati in pompa magna, e tutti riportavano circolari, dati e date certe che avevano incoraggiato lavoratori e imprenditori, pensando che ancora una volta questo benedetto jobs Act continuasse a dare i suoi frutti (considerazione ovviamente personalissima).
Questo bonus avrebbe dovuto essere devoluto dunque ai genitori di età inferiore ai 36 anni
Controllando bene però, oltre alle testate che diffondevano la notizia, nelle fonti ufficiali, dunque siti di Inps e Governo, questo Bonus non era menzionato, o meglio.
Dopo avere scandagliato circolari e messaggi, e avere anche tentato un chiarimento direttamente alla fonte, telefonando al numero verde Inps, mi è stato chiaro che il Bonus di 5000 euro per giovani genitori esisteva, ma non era affatto una novità.
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E infatti la legge era del 2010.
Per la precisione, la circolare Inps n. 115 del 05/09/2011 recita così:
“Con Decreto del 19 novembre 2010, pubblicato nella G.U. 27 dicembre 2010, n. 301 (allegato n. 1) il Ministro della Gioventù ha stanziato l’importo di € 51.000.000, per la realizzazione di interventi in favore dell’occupazione di persone di età non superiore a trentacinque anni e con figli minori.”
Il decreto, emesso dal Governo Berlusconi, aveva comprendeva dunque un accordo firmato con l’Inps per il finanziamento di 51 milioni da destinare ai giovani genitori disoccupati con figli piccoli.
L’Inps successivamente al Decreto aveva istituito una “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”.
Per essere iscritti a tale banca dati bisognava avere determinati requisiti quali:
• età non superiore a 35 anni (da intendersi fino al giorno precedente il compimento del trentaseiesimo anno di età);
• essere genitori di figli minori – legittimi, naturali o adottivi – ovvero affidatari di minori;
• essere titolari di uno dei seguenti rapporti di lavoro:
– lavoro subordinato a tempo determinato
– lavoro in somministrazione
– lavoro intermittente
– lavoro ripartito
– contratto di inserimento
– collaborazione a progetto o occasionale
– lavoro accessorio
– collaborazione coordinata e continuativa.
Questa banca dati doveva gestire questo benedetto Bonus di 5000 euro per giovani genitori, e regolarne anche l’erogazione, attraverso i datori di lavoro.
Questo succedeva circa 5 anni fa.
Qualche giorno fa, evidentemente qualcuno, qualche portavoce del Governo, mi deve essere sfuggita la notizia, ha rimesso in circolo questa cosa, dando cifre e numeri.
Ben 8.775.000 di euro per i giovani genitori disoccupati.
In realtà questa cifra non è altro che la rimanente somma di un finanziamento frutto di quel benedetto decreto di 5 anni fa.
Se infatti ci si iscrive a questa banca dati, o si entra sul sito dell’Inps con un Pin, ci si accorgerà che non si tratta di nulla di nuovo.
Il Bonus di 5000 euro per giovani genitori disoccupati esiste, ed è a disposizione, entro i limiti fissati per tutti coloro che posseggono i requisiti esposti.
E’ sempre possibile che nella prossima legge finanziaria questo importo possa venire “rimpolpato”; era forse questa la notizia che circolava in rete negli ultimi giorni, che però, secondo il call center Inps non è stata ufficializzata in alcuna circolare.
Se così fosse, ovvero se oltre agli 8.775.000 di euro esistenti, il Governo Renzi riuscisse a stanziare altri fondi a sostegno di giovani coppie disoccupate, saremo ben liete di approfondire l’argomento.
Se infine dovessi essermi sbagliata, mi auguro che qualcuno mi informi, questo vorrà dire che lo Stato ha pensato per davvero a far ripartire l’economia, senza annunci propagandistici però la prossima volta!
Camminare per dimagrire: ecco come perdere peso senza fatica
Non tutti sanno che esiste un metodo low cost davvero efficace per dimagrire in tutta sicurezza e senza troppi sacrifici: 30 minuti al giorno per perdere peso e ottenere un corpo perfetto. Ecco tutti i consigli!
La camminata invece è senza dubbio un allenamento più leggero e facile da seguire e ti aiuta a dimagrire mantenendo il peso forma. La regola fondamentale per dimagrire camminando è senza dubbio l’andatura: ovviamente la passeggiata tra la natura o quella che fai quando vai a fare shopping non è quella corretta, mentre devi avere un passo veloce e sostenuto, senza però affaticarti troppo. Ma quand’è il momento ideale per camminare? Se vuoi perdere peso e fare il pieno di energia ti consigliamo di dedicare 30 minuti alla camminata appena sveglio, ancora prima di colazione.
Appena sveglia bevi solamente un bicchiere di acqua e limone e dopo la camminata e una doccia fresca goditi una colazione completa. È importante anche scegliere il percorso giusto: se cammini sempre sulla stessa superficie fatichi di meno ma trai anche meno beneficio dall’allenamento. Cerca un percorso che abbia dei dislivelli: sono perfette ad esempio delle scale, ma anche delle salite non troppo ripide.
Lire, da oggi si possono cambiare di nuovo. “Ce ne sono ancora per 2 miliardi di euro”
Elio Lannutti dell’Adusbef rivela che: «La sentenza della Corte costituzionale che in ottemperanza alla legge del 2002, offriva il diritto di convertire in euro le banconote e le monete metalliche in lire, fino al termine decennale di prescrizione, ossia fino al 28 febbraio 2012, che il governo Monti aveva anticipato al novembre 2011, offre la possibilità di poter cambiare da domani, negli sportelli della Banca d’Italia banconote e monete in lire ritrovate in casa da migliaia di cittadini».
Adusbef nel raccogliere numerose proteste di utenti ancora possessori di lire in banconote e monete, aveva invitato a non disfarsene in attesa dell’eccezione di costituzionalità sollevata dalla sezione specializzata in materia di impresa del tribunale di Milano, i quali potranno già da domani e per circa tre mesi, recarsi in uno sportello della Banca d’Italia e pretendere il cambio in euro. Molti se ne saranno disfatti, ma i valori in lire ancora non rientrati, si aggirano tra 1,5 e 2 miliardi di euro.
Volskwagen: arriva la class action Rimborsi fino a 50mila euro
Il Codacons ha notificato oggi la prima class action italiana contro Volkswagen per lo scandalo delle emissioni falsificate. L’azienda dovrà comparire davanti ai giudici il prossimo 11 febbraio, per rispondere delle richieste risarcitorie avanzate dal Codacons.
L’associazione dei consumatori spiega che: “In particolare gli interessi gravemente lesi dalla Volkswagen sono la responsabilità per violazione delle norme su correttezza e buona fede, inadempimento contrattuale, diversità del bene venduto rispetto quello voluto ed elusione delle norme sulla concorrenza. Meritevole di tutela è quindi la posizione del consumatore vittima (in caso di accertata responsabilità della Volkswagen) di pratiche commerciali scorrette, di pubblicità ingannevole ed aggressiva per occultamento fraudolento di dati inerenti il rispetto delle norme che impongono limiti massimi di emissione. L’inadempimento contrattuale, quindi, è ravvisabile nell’aver, la Volkswagen, venduto un mezzo diverso da quello richiesto dal consumatore, in quanto del tutto privo dei requisiti essenziali per la sua corretta individuazione” .
“La condotta posta in essere della Volkswagen (se confermata nella sua offensività) integrerebbe anche la violazione degli articoli 20, 21 e 23 del Codice del consumo, in quanto il messaggio “Das Auto” non solo avrebbe fornito, per anni, informazioni non corrette, privando il consumatore della libertà di autodeterminazione ed inducendolo ad assumere una decisione che non avrebbe altrimenti preso, ma anche notizie ingannevoli sottoponendo l’utente anche a sanzioni in caso di accertamenti sulle emissioni del proprio mezzo. Inoltre per il Codacons vi è la violazione del diritto ad un ambiente salubre”.
“Tutti i proprietari di vetture del gruppo Volkswagen coinvolte nello scandalo possono ora formalmente preaderire alla class action, in attesa della pronuncia del Tribunale sulla ammissibilità, compilando i moduli pubblicati sul sito www.codacons.it, e chiedere il risarcimento dei danni subiti in relazione agli illeciti subiti, alla perdita di valore dell’automobile, al danno esistenziale da inquinamento involontario, ad eventuali richiami delle vetture, per un importo compreso tra 10mila e 50mila euro ad automobilista” conclude l’associazione.