Lo Stato non paga le carrozzine, ecco come aiutare le due sorelle

Elena e Maria Chiara Paolini sono due sorelle di 25 e 21 anni, entrambe con una grave disabilità che richiede l’utilizzo di carrozzine speciali. Elena ha avuto una disavventura con la compagnia…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Nuove carrozzine”]

…Ryanair che non le ha permesso di salire a bordo di un aereo diretto a Londra. Ora si parla di loro perché hanno bisogno di carrozzine nuove, un modello particolare prodotto solo da una società britannica. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Acquisto a carico”]

Purtroppo il nostro Ministero della Salute non riconosce contributi per l’acquisto, il quale deve essere a carico delle giovani. La cifra da pagare è pari a 30mila euro, una somma che la famiglia Paolini non ha. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Amici e parenti”]

Per questo motivo amici e parenti stanno contribuendo con piccole parti che andranno a far accumulare la somma. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Raccolta fondi”]

Inoltre, è stata promossa una raccolta fondi che consente a chiunque abbia a cuore questa storia di contribuire con le proprie possibilità economiche e garantire le carrozzine alle sorelle.

“Perchè parcheggia nel posto per disabili?” Il vigile non gradisce la domanda e reagisce così

Un fatto increscioso. Quanto accaduto a Napoli sta facendo indignare: un uomo si è accorto di un vigile urbano che aveva parcheggiato sul posto riservato ai disabili e si è avvicinato all’agente per…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”La reazione violenta”]

…fargli notare la situazione assurda. Stando al racconto dell’uomo, il vigile non ha risposto e gli ha rifilato uno schiaffo, una sberla violenta che ha rischiato di farlo cadere. Sembra che l’obiettivo dello…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Il racconto su Facebook”]

…schiaffo fosse il cellulare, visto che l’agente voleva evitare riprese, ma comunque il gesto rimane squallido e inammissibile. La vittima ha raccontato l’episodio su Facebook, spiegando come il…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”La denuncia”]

…posto dei disabili occupato lo faccia indignare. Il vigile ha raccontato di non meritare la multa e che se fosse arrivato un disabile si sarebbe spostato. A peggiorare la sua posizione c’è anche una minaccia di denuncia all’autore del video. PER GUARDARE IL VIDEO CLICCA QUI

ITALIA IN LUTTO, LA CONFERMA: “SI’, E’ MORTO POCO FA”

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Ci ha lasciato Salvatore Usala dopo aver combattuto per molto tempo la Sla, ma anche le istituzioni, con i suoi scioperi della fame, delle sete e del rifiuto di sottoporsi alle terapie. Tutto questo per…

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[nextpage title=”La sua battaglia”]
ottenere il riconoscimento da parte delle stesse dei diritti delle persone affette da patologie gravi come quella che l’ha colpito e lo ha condotto fino alla morte. Salvatore è diventato un leader e portavoce riconosciuto da…

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[nextpage title=”L’aggravarsi”]
tutti nella battaglia per i diritti dei disabili gravi. Aveva 63 anni e le sue condizioni sono peggiorate in modo irreversibile a partire dalla metà di agosto.

L’educatore abusava del bambino autistico nei bagni. Ecco cosa diceva il piccolo per fermarlo…

Purtroppo, che lo vogliamo o no, ci sono dei mostri in giro che sarebbero in grado di fare qualsiasi cosa pur di soddisfare i loro desideri e il loro piacere. Uno di questi mostri è sicuramente Gino P., condannato a sette anni di reclusione al termine del rito abbreviato che lo vedeva imputato con l’accusa di abusi a un bimbo autistico di nove anni. Ecco cosa ha fatto l’uomo.CLICCA SUL PUNTO 2 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”La sentenza”]

Prima che la sua condanna fosse ufficiale, ha voluto chiedere perdono per l’orrore inflitto al piccolo che è stato violentato per mesi nei bagni della scuola. Il gup Maria Luisa Tomasselli ha pronunciato la sentenza, peraltro dimezzata di un anno rispetto agli otto richiesti dal pm Silvia Santucci. La pena è stata abbreviata per l’evidente pentimento dell’imputato. Ecco le parole dell’uomo. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco cosa ha confessato l’uomo”]

”Spero di ricevere un sostegno psicologico. Non so spiegarmi cosa mi sia successo”. È evidente che chi commette un’azione simile ha bisogno di aiuto. La violenza si è consumata il 10 marzo nella toilette dell’istituto ”Bambini nel Mondo” di Cinecittà, Roma. Pare che però non sia stata la prima volta ed unica volta che il maestro non è riuscito a governare i suoi istinti, sfogando le sue frustrazioni sul bambino. Ecco quando è iniziato tutto. CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

[nextpage title=”Ecco come è iniziato tutto”]

Secondo le ricostruzioni della procura, è iniziato tutto nel dicembre del 2015, e pare che il piccolo, in certi momenti, riusciva a capire che quello che faceva l’uomo non è piacevole, e proprio un qei momenti cercava di supplicarlo purtroppo senza successo. A volte, rimanevano in bagno ore. Secondo voi l’uomo ha avuto la giusta pena?CONTINUA A LEGGERE

Al suo addio al Nubilato restò paralizzata, ora lancia una campagna sexy su internet

Rachell Friedman ha lanciato la campagna molto importante con l’hashtag #WhatMakesMeSexy per raccogliere immagini di donne con difficoltà motorie ma che non rinunciano alla loro sensualità. Ecco le parole della ragazza sfortunata:
“Questa è stata la prima estate in cui ho indossato un bikini e volevo dimostrare di non aver nulla da nascondere. Posso ancora essere sensuale… Per la prima volta non sto nascondendo il mio catetere. Non mi sto nascondendo più”.
Rachelle è rimasta paralizzata dal busto in giù nel maggio 2010. La sua storia fece il giro del mondo: durante la sua festa di addio al nubilato, un amica la gettò in malomodo nella piscina. Lei si ruppe la spina dorsale e divenne famosa come “la sposa paralizzata”. Ora sembra aver riacquistato fiducia in se stessa e nella capacità di potere tutto nella vita nonostante l’evidente disabilità.