Fermano l’imbarcazione per un controllo, quello che trovano a bordo è la vergogna più grande di sempre!

Una vera e propria strage dai numeri allucinanti. Una nave con a bordo 6.600 squali morti: è l’orribile carico che è stato trovato nelle acque delle Isola Galapagos, su un’imbarcazione battente bandiera cinese. Le misure sono scattate immediate… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Durissime punizioni”]

La nave è stata messo in stato di fermo e il comandante è stato condannato a quattro anni di reclusione: per gli altri marinai la pena è di un anno di carcere, mentre i collaboratori del comandante gli anni inflitti sono tre. A ciò si aggiunge una sanzione da fissare tra i 127 mila e i due milioni di dollari… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Il caso più grave di sempre”]L’imbarcazione si trovava nelle acque dell’arcipelago cileno senza alcun tipo di permesso e avrebbe fatto ritorno in Cina in piena clandestinità. Negli ultimi anni erano già avvenuti episodi simili, ma le proporzioni di questa vergogna la rendono il caso di pesca illegale più grave di sempre nel delicato ecosistema delle Galapagos.

Allarme sigarette avvelenate: Trovati pesticidi, insetti, feci e peli di topo

La scoperta è stata effettuata dai tecnici della British American Tobacco, mentre il Corriere del Mezzogiorno ha riportato la notizia. Di cosa si tratta? Del business milionario messo in piedi dalla malavita organizzata, nel campo delle sigarette… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Le materie letali”]

Non più contrabbando, ma produzione autonoma e illegale con materie assolutamente letali per la salute. Nelle sigarette prodotte dai clan, sarebbero stati infatti trovati veleno per topi, uova di insetti, pesticidi, piombo, plastica, escrementi e peli di topo e altre materie nocive… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Quali Paesi?”]

Il traffico di questi prodotto coinvolge l’Italia e la Cina, ma anche Russia, Ucraina e Polonia. Sulla questione è intervenuto anche il PM antimafia Cesare Sirignano, che ha sottolineato la necessità di indagini profonde sul caso.