“Charlie Gard morirà perché non è ricco”

Connie e Chris Garde proseguono nella loro battaglia per mantenere in vita il loro piccolo figlio Charlie. Dal loro portavoce arriva un’accusa molto dura nei confronti del servizio sanitario nazionale britannico: “Charlie morirà perché non è ricco… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Secondo i genitori, il loro bambino “è tenuto in sostanza prigioniero dallo Stato e dall’Nhs”, il servizio sanitario appunto. Se invece fossero “ricchi, e non persone comuni – il grido di dolore della coppia – il piccolo Charlie avrebbe già ottenuto la possibilità di essere sottoposto a una terapia alternativa… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Cura sperimentale?”]

Il riferimento è alla cura sperimentale disponibile negli Stati Uniti: Michi Hirano, professore di neurologia alla Columbia University di New York, la sta mettendo a punto e visiterà a breve Charlie. Se il giudice non confermerà il suo verdetto iniziale, Charlie potrebbe essere trasferito Oltreoceano per provare quest’ultima chance di guarigione.

“Mio figlio come Charlie, ma è vivo e felice”: l’appello di una mamma italiana

Si chiama Chiara Paolini, è una maestra elementare di 42 anni e ha un figlio di 9 anni. Quando aveva appena due mesi, al suo piccolo Emanuele è stata diagnostica una malattia metabolica progressiva con riduzione del Dna mitocondriale. Una malattia cioè simile a quella che ha colpito Charlie Gard, il bambino di 10 mesi di cui tutto il mondo sta parlando in questi giorni. La madre di Emanuele ha voluto raccontare la sua storia, ripresa dal quotidiano Avvenire: “Siate umani e siate coraggiosi, lasciate vivere Charlie Gard. Non giudicate la sua vita finché non l’ha vissuta”, è l’appello di Chiara. Ecco perché… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Tante difficoltà, ma dipinge”]

Il suo Emanuele era infatti ritenuto destinato a morire già da piccolissimo: a quattro mesi le era stata impartita la Cresima con rito urgente. Il bambino oggi non parla, non cammina, è sordo e parzialmente cieco. Per alimentarsi deve affidarsi a un sondino. Nonostante questo oggi ha nove anni e ama dipingere a tempera, con le mani chiuse a pugno mentre tiene il pennello. Ecco cosa dice mamma Chiara… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”L’appello di mamma Chiara”]

“Mele e Charlie non sono malati terminali, hanno una patologia progressiva e bisogno di un’assistenza molto forte. Anche mio figlio era attaccato al ventilatore per respirare e oggi non può camminare, è nutrito con un sondino naso-gastrico, è parzialmente cieco e non sente, non può piangere né ridere… apparentemente, perché dentro di sé fa tutto questo”, le parole della madre come appello a far sì che non venga interrotta la vita di Charlie.

Corsa per salvare il piccolo Charlie: il Bambin Gesù vuole accoglierlo. Trump “Felici di aiutarlo”

Il mondo continua a seguire con il fiato sospeso la vicenda di Charlie Gard, il bambino di appena dieci mesi affetto da una malattia rara: i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra, dov’è ricoverato, avevano accolto la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e deciso così di procedere con l’eutanasia, nonostante la volontà dei genitori sia contraria. In questi giorni si sono levate tante voci a sostegno del desiderio del padre e della madre. Tra queste… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Papa Francesco e Trump”]

quella di Papa Francesco, seguito dal presidente USA Donald Trump: “Se possiamo aiutare il piccolo #CharlieGard, come i nostri amici in Gb e il Papa, saremmo felici di farlo”, ha scritto su Twitter il capo di stato americano. Nel nostro Paese l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha deciso di… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Bambin Gesù”]

proporsi per accogliere Charlie, come spiegato dalla presidente Mariella Enoc: “Ho chiesto al direttore sanitario di verificare con il Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato il neonato, se vi siano le condizioni sanitarie per un eventuale trasferimento di Charlie presso il nostro ospedale. Sappiamo che il caso è disperato e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci”.