Medico italiano mostra che le cellule tumorali possono essere riprogrammate

Secondo un medico italiano Mario Biava le cellule tumorali possono essere riprogrammate l’importante è conoscere l linguaggio con cui esse dialogano tra loro. La scienza sta scoprendo che i meccanismi con cui le cellule si moltiplicano e mantengono le loro funzioni sono molto simili a quelle descritte dalla teoria dell’informazione. Il DNA di per sé non ha un software installato esiste infatti un altro codice quello epigenetico, che controlla il Dna e lo programma ben preciso.

Il 18 ottobre a Milano potrete partecipare ad un evento molto particolare dove uno dei relatori sarà proprio il dott. Biava: il Dreamers Day, Al teatro Dal Verme. Qui potrete sapere tutte le novità in campo medico circa gli sviluppi sulla prevenzione e la lotta contro il tumore.

Cancro: arriva la super risonanza che brucia le cellule maligne

In campo medico è finalmente arrivata una super risonanza magnetica combinata con un macchinario che emette ultrasuoni ad altissima intensità focalizzandoli in un punto in modo da “bruciare” con precisione, in modo non invasivo e con l’assenza quasi totale di effetti collaterali le cellule maligne.

Questo aggeggio verrà inaugurato prossimamente presso l’Irst (Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori). Una realtà all’avanguardia non solo in Italia ma in Europa “e che consentirà – sottolinea Dino Amadori, direttore scientifico dell’Ircs – di dare al via ad una piano di ricerca per la diagnosi e cura dei tumori unico nel panorama internazionale”.

Per i prossimi tre anni saranno portati avanti tre progetti sperimentali per valutare l’accuratezza diagnostica, sicurezza, tollerabilità, comfort e costo-efficacia di questo tipo d’indagine, la capacità della risonanza nell’individuare i danni procurati al fegato dai farmaci chemioterapici e l’utilizzo degli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità nel trattamento dalle metastasi ossee e del dolore. «La particolarità di questo strumento chiamato Rm 3Tesla con sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound), è di avere una potenza doppia rispetto alla risonanza “standard” e ciò permette di “vedere” lesioni tumorali di solo un millimetro quando in genere sotto i 5 millimetri non sono monitorabili. Non solo, è possibile analizzare meglio i tessuti compresi quelli molli”.

 “Per esempio studiando il cervello si possono vedere le reazioni delle diverse aree al dolore e se ne può monitorare l’intensità. Ciò ci consentirà di curarlo meglio. Questo nuovo trattamento  non è invasivo ed è più tollerabile e senza gli effetti collaterali negativi della chemio e della radioterapia”.