Parenti litigano per l’eredità, lo fanno stare 9 anni in cella frigo: il triste destino del musicista

Luigi Cianci Gatti è un musicista e cabarettista morto nel 2008 all’età di 88 anni, ma il suo nome è legato anche a una singolare vicenda che ha visto come protagonisti i suoi parenti. La famiglia ha litigato parecchio per ottenere l’eredità e…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Sepoltura in ritardo”]

…a distanza di 9 anni l’uomo può essere finalmente sepolto. Dal decesso ad oggi, infatti, è rimasto in una cella frigorifero, poi l’iter giudiziario è andato decisamente per le lunghe. La salma si trovava a Bolzano e…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Cambiamento di periti”]

…più volte sono cambiati i periti e le parti coinvolte: ognuno di loro ha deciso di prelevare personalmente i reperti per l’esame del Dna, di conseguenza la salma non ha mai trovato la degna sepoltura. Cianci…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Armonica a bocca”]

…Gatti era un virtuoso dell’armonica a bocca: il suo esordio fu con Enzo Tortora, inoltre lo si ricorda in spettacoli di cabaret, come cantante, attore comico e persino in alcune performance da mimo.

Bossetti, la drammatica notizia è stata appena confermata

Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio: secondo il settimanale Oggi avrebbe tentato il suicidio in carcere, rimanendo vivo per miracolo. Ecco come ha descritto tutto l’ex…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Le parole del compagno di cella”]

…compagno di cella:
“Tre anni di carcere con quasi 5 mesi di isolamento lo hanno distrutto”, dice Vincenzo Mastroberardino. “Arriva al processo stremato. Ho paura per lui. Vuole la superperizia sul Dna. È sicuro che quel profilo genetico non sia il suo. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Profilo genetico”]

“Altrimenti”, me l’ha ripetuto mille volte, “sarei un pazzo a chiederla”. Se non la concedono, potrebbe fare una follia. Ci ha già provato e l’abbiamo salvato per miracolo”.
L’uomo ha poi aggiunto:
“In carcere non si fanno domande. Non ne ho avuto bisogno. Massimo è un libro aperto. Quando parla ti guarda negli occhi. Non riesce a nascondere nulla, non ti volta mai le spalle. E quando non parla prega e piange affondando la testa nel cuscino. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Lettere dalla famiglia”]

L’ho sentito piangere di notte e di giorno. Quando riceve le lettere della mamma e della sorella, quando guarda le foto dei suoi bambini che ha incollato alla parete della cella, quando parla di suo padre Giovanni… La sua angoscia sono i figli. Teme di perderli”.