Su internet da qualche giorno sta girando un metodo particolare che vi permetterà di evitare per sempre il temuto Canone Rai. A quanto pare esiste davvero un metodo semplice e legale per non dover più pagare il canone.
Basta spedire alla Rai, tramite raccomandata con avviso di ricevuta, una dichiarazione scritta e firmata nella quale si richiede la disdetta del canone e l’effettuazione di una procedura chiamata sugellamento, ovvero il criptaggio dei canali Rai. Quest’ultima operazione dovrebbe essere compiuta da un tecnico, che dovrebbe recarsi a casa del richiedente e “oscurare” i canali dal televisore. Se però nessuno si presenta non ci sono problemi: è sufficiente dimostrare di aver spedito la lettera per ottenere il pieno diritto di non pagare più il canone.
Se dunque a seguito della raccomandata dovessero continuare ad arrivare richieste di pagamento, l’utente può legittimamente rifiutarsi di pagare, avendo la ragione dalla sua parte. Oltretutto, qualora un tecnico Rai dovesse bussare alla porta di casa per effettuare il sugellamento, non si è nemmeno tenuti a farlo entrare, a meno che il funzionario non abbia con sé un regolare mandato giudiziario.
Il modulo con la richiesta di disdetta del canone può essere tranquillamente scaricato nel link successivo, e la domanda può essere inviata in ogni periodo dell’anno. Qualsiasi successiva esortazione di pagamento da parte della Rai non ha alcuna legittimità, e può quindi essere ignorata, eventualmente rivolgendosi anche a un avvocato oppure a un’Associazione dei Consumatori, senza timore di vedere negate le proprie ragioni.
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Canone Rai 2016 in bolletta: si potrà non pagare?
Da gennaio 2016 il canone Rai si pagherà assieme alla bolletta dell’energia elettrica, in dieci rate da 10 euro. Ecco cosa fare per (provare a) non pagarlo (nel caso se ne abbia diritto, ovviamente).
Dunque la tassa, che lo ricordiamo, è legata alla detenzione di uno o più apparecchi abilitati o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive.
In realtà, anche nella sua versione “attuale”, il canone Rai è rateizzabile, come indicato dal ministero dello Sviluppo Economico. La somma di 113,50 euro può infatti essere rateizzata in due modalità diverse: 2 rate di 57,92 euro da pagare rispettivamente entro il 31/1 e il 31/7; 4 rate da 30,16 euro da pagare entro il 31/1, 30/4, 31/7 e 31/10. Per i pensionati, a certe condizioni, è poi in vigore una rateizzazione personalizzata.
La nuova normativa andrà sostanzialmente ad ampliare la platea di coloro che devono corrispondere il canone Rai. Come detto, la somma sarà aggiunta (come voce a parte) sulla bolletta elettrica per le “sole case principali”, mentre permarranno i criteri di esenzione precedenti per quel che concerne il pagamento del canone Rai.
Sono già esonerati dal pagamento i militari delle Forze Armate Italiane (ovviamente solo per quel che riguarda “ospedali militari, case del soldato, sale convegni e circoli ricreativi, mentre per gli alloggi privati non vale l’esenzione), i militari della NATO, gli agenti diplomatici e consolari e i rivenditori o riparatori di apparecchi televisivi.
Ricordiamo che il pagamento di canoni per abbonamenti a pay-tv satellitari o digitali non esonera l’utente dal versamento del canone Rai e che non è possibile “sospendere” temporaneamente il pagamento del canone.
Cosa succede se non pago il canone Rai? In caso di ritardo inferiore a 30 giorni si deve corrispondere una sanzione amministrativa pari a un dodicesimo dell’importo del canone; se superiore a 30 giorni la sanzione è di un sesto per ogni semestre; se superiore a sei mesi si pagano anche gli interessi di mora, nella misura dell’uno percento a semestre.
Canone Rai: un’autocertificazione e si evita il pagamento
Vuoi non pagare più il canone Rai? Beh devi fare quello che non ti è mai stato detto di fare. In pratica tutto il necessario è un’autocertificazione. Con la nuova normativa, l’addebito viene effettuato direttamente sul conto corrente del cittadino. Per rate mensili di circa 17 euro. Dovranno pagare tutti i possessori di televisori e computer.
A quanto pare però c’è un’ escamotage: il pagamento viene evitato se gestisco il collegamento al web tramite sim card, quindi attraverso rete mobili.
L’addebito è previsto per chiunque, ma se non si è in possesso di internet o tv, basta farlo presente con un’autocertificazione.
Ha l’alzheimer dimentica di pagare il canone Rai: Equitalia gli pignora la casa
Questa è una notizia davvero sconcertante. Il protagonista di questa storia non ha pagato per molti anni il canone Rai: nel 2012, un anziano signore rimasto vedovo, è venuto a mancare. Da anni era stato colpito dall’alzheimer e per via della malattia spesso di dimenticava di fare alcune cose.
Anni fa racconta al Resto del Carlino l’avvocato P., il figlio che ha dovuto fare una battaglia legale contro Equitalia per riottenere i beni di famiglia pignorati – io e mia sorella gli abbiamo messo accanto una badante, ma la signora non ricorda di aver visto arrivare a casa cartelle di Equitalia”. Queste cartelle, con cui Equitalia chiedeva al malato di pagare le tasse su rifiuti e canone Rai, erano arrivate solo due volte. Prima però che accanto all’uomo malato vi fosse una badante. “Insomma – aggiunge il figlio avvocato – nessuno ha mai preso quelle raccomandate di Equitalia, o forse mio padre le ha pure ritirate, ma poi si è dimenticato di averle. Chissà mai dove sono finite. E se ci sono mai state”. Ma per Equitalia era una giustificazione debole. Come se una malattia come l’Alzheimer, che ti fa dimenticare anche quali sono i tuoi figli, non sia sufficiente a giustificare una dimenticanza. La pratica dell’uomo è risultata così inevasa, ma l’ente di riscossione non ha inviato alcun sollecito. Intanto il debito continuava a salire, grazie agli interessi. Tanto da arrivare a un livello che a detta dei fiscalisti rasenta l’usura. E così Equitalia ha prima ipotecato la casa e poi l’ha messa all’incanto “come nuda proprietà – aggiunge l’avvocato – così quando mio padre è morto, il nuovo proprietario, a cui, insomma, Equitalia aveva venduto la casa senza dire nulla a nessuno, ha chiesto di entrare in possesso del bene; avevo appena sepolto mio padre e mi sono trovato questi gabellieri alla porta che mi chiedevano di sgomberare al più presto la casa. Non ci ho visto più”. E così ha fatto causa agli esattori. Vincendo. Per fortuna il figlio dell’uomo è un avvocato penalista. C’è da pensare che se fosse capitato a qualcun altro (e forse è già successo), un’intera famiglia sarebbe stata buttata fuori di casa. Ma dopo la vittoria in tribunale non è finita. “Qualche giorno fa – racconta l’avvocato al Resto del Carlino – il nuovo proprietario della casa di Genova, un mio vecchio amico d’infanzia a cui ho venduto dopo essermela ripresa, mi ha avvertito che era arrivata una nuova cartella di Equitalia a nome di mio padre. Era di quasi 11mila euro, frutto di una sommatoria di cartelle, alcune risalenti anche al 1997. Con tanto d’intimazione al pagamento, pena il sequestro di una cantina che è ancora intestata a mio padre. Ovviamente – continua – sono dovuto volare a Genova, dimostrare che quella roba lì era stata tutta ampiamente saldata e che loro non avevano più nulla da chiedere, né a me, né tantomeno ai morti. Non si sono neppure scusati”.