Sofia si uccide a 14 anni: la lista d’attesa era troppo lunga

Un ennesimo caso di bullismo: è stata questa la prima ricostruzione del suicidio di una 14enne inglese che viveva con i genitori e il fratello maggiore. La ragazzina si è impiccata e la lite poche ore prima con una…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Casi di depressione”]

…compagna di scuola a causa di un ragazzo sembrava la pista più semplice da seguire. In realtà la giovane soffriva di depressione ed era tendente all’autolesionismo. Nonostante le richieste di cure da parte della madre e…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Attesa di 6 mesi”]

…del padre, la famiglia fu informata della necessità di attendere sei mesi prima di una psicoterapia cognitivo-comportamentale. Il gesto estremo sarebbe dunque motivato con la lista d’attesa troppo lunga. Ecco… PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE
…le parole della madre della vittima: [nextpage title=”Le parole della madre”]

“Piangeremo sempre la perdita della nostra dolce e bellissima Sofia, che è stata tradita e abbandonata dal sistema. So benissimo che quello di mia figlia non è un caso isolato: PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Appello accorato”]

in questi ultimi anni sono tanti i ragazzi che vengono abbandonati da quelle stesse istituzioni nate per proteggerli e aiutarli. Ora mi auguro semplicemente che tragedie come questa, tutte evitabili, non si ripetano più”.

I genitori l’hanno costretta ad andare a scuola COSÌ. È tornata a casa piangendo, ma tutti applaudono i suoi

Kalyee Olsen è una bambina americana di 11 anni che vive nello Utah. La sua grande passione è per la moda, una mania a dire il vero, tanto da aver preso in giro una compagna che non poteva permettersi vestiti nuovi: “Sei brutta, sei trasandata. Non mi piaci!”… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La punizione originale della madre”]

Un comportamento che non è affatto piaciuto alla madre adottiva, che ha escogitato un’originale punizione esemplare per la figlia. L’ha portata infatti in un negozio di vestiti usati, in cui poteva scegliere solo gli abiti “più brutti”. Kalyee non credeva che i genitori potessero costringerla ad andare a scuola vestita così… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Il lieto fine”]

I compagni l’hanno presa in giro e la bambina ha capito di dover chiedere scusa alla ragazzina che aveva canzonato. Ma il finale è ancora più bello: le due sono diventate amiche per la pelle. Ecco il video in lingua inglese:

Quando aveva nove anni le avevano detto che non poteva essere operata. Le foto del suo corpo vi entreranno dentro

Rebecca Dan è una ragazza inglese di 22 anni e da quando è piccola viene notata per il suo corpo molto particolare. Questa giovane soffre di cifoscoliosi, una malattia che provoca curvature…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [[nextpage title=”Sola a scuola”]

…anomale nella parte iniziale della spina dorsale. A quattro anni ha scoperto questa patologia e i coetanei hanno iniziato purtroppo ad escluderla a scuola. La chiamavano addirittura il “Gobbo di…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”Altre brutte notizie”]

…Notre Dame”. A nove anni poi ha scoperto persino che i suoi nervi erano stati danneggiati. Una brutta notizia dopo l’altra insomma, ma quello che fa più male è l’ignoranza che regna sulla disabilità. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Il progetto”]

Rebecca ha quindi realizzato un progetto denominato “I’m fine”, una serie di autoritratti per mettere in mostra il suo corpo, compresa la schiena martoriata, con grande orgoglio. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE [nextpage title=”Primo premio”]

Il progetto ha vinto un concorso sulle ingiustizie, aggiudicandosi il primo premio e soprattutto l’importante ammirazione di tante persone.

Quando i compagni di classe dicono alla ragazza vittima di bullismo di buttarsi nel dirupo, la 13enne non ce la fa più

Tayla ha appena 13 anni, ma ha già un dramma alle spalle. Infatti, ha provato a togliersi la vita. I compagni di classe ella Dysart State School nel Queensland (Australia) l’avevano presa di mira. Non solo: le hanno rubato denaro e l’hanno insultata pesantemente (“Buttati dal dirupo, affoga, tagliati le vene, tanto a noi non importa”). Clicca sul punto 2 dell’indice per leggere il resto della storia[nextpage title=”Ecco il terribile racconto della ragazza”]
La ragazza aveva dato il suo numero di telefono ad alcuni compagni, che ne hanno approfittato per perseguitarla con messaggi di ogni sorta, invitandola persino al suicidio Tayla era così provata che non voleva neanche più andare a scuola. La madre ha raccontato tutto alla direzione della scuola che, come soluzione, ha pensato di di mettere la ragazza in una stanza isolata durante l’intervallo… “Non mi piaceva stare da sola, volevo andare fuori e giocare, volevo solo che mi lasciassero in pace… Mi sentivo in prigione”. Secondo il preside Talya era “strana” ed era quello il motivo di tanto accanimento. I genitori si sono rivolti a un gruppo di supporto e l’hanno portata in terapia, ma a nulla è valso questo tentativo. “Non so più cosa fare, dove trovare aiuto, la mia vita è un inferno. Per favore, firmate questa petizione, chiedendo alla Dysart State School di prendere posizione contro i bulli. Chiamiamo lo Stato perché faccia in modo che la scuola non ignori questo problema”, scriveva nel web con una petizione. La petizione di Tayla ha trovato consenso online e più di 10.000 persone hanno fatto richiesta alle autorità competenti. Centinaia di ragazzi hanno raccontato le loro terribili esperienze. Ma i ragazzi della scuola sono stati ancor più spietati, a tal punto di spingere la giovane verso il suicidio. “Volevo lasciare questo mondo e non tornare mai più”, ha raccontato. “La scuola non ha fatto nulla per proteggere mia figlia. Dovevamo andare via, non volevo mia figlia morta. E sentivo che era una cosa che sarebbe potuta succedere se fossimo rimasti. Sarebbe morta”. Essere andata via ha funzionato e la ragazza, finalmente, è tornata a sorridere. CONTINUA A LEGGERE

Vercelli: compagni picchiano disabile a scuola. La maestra non interviene

Ennesimo episodio di bullismo si è verificato a Varallo in provincia di Vercelli. Quattro ragazzi, tre ragazze ed un ragazzo, avrebbero picchiato la compagna disabile per poter filmare l’aggressione e condividerla su WhatsApp.

Il video, come purtroppo capita spesso in questi casi, è diventato subito virale. Le immagini mostrano i quattro ragazzi della scuola alberghiera “Giulio Pastore”  picchiare e sputare alla ragazza mentre la maestra guarda senza soccorrere la disabile.

Le forze dell’ordine hanno provveduto ad identificare i quattro ragazzi e denunciarli. Adesso cercheranno di capire per quale motivo la maestra non è intervenuta.

Intanto il preside della scuola non ha voluto rilasciare dichiarazioni, affermando che anche lui cercherà di capire meglio cosa sia successo e perché la maestra non ha fatto niente per evitare l’aggressione.