“C’è una bimba abbandonata in auto”, poliziotto rompe il finestrino e fa una scoperta incredibile

Ha ricevuto una chiamata e si è precitato sul posto, un agente di polizia allertato dai cittadini, che avevano visto una bambina lasciata in macchina del parcheggio di un centro commerciale nella cittadina di Keene, nel New Hampshire. Il poliziotto, di nome Jason Short ha visto la bambina, avvolta in una coperta e con una bottiglietta d’acqua al suo fianco. L’agente non ci ha pensato due volte a…

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rompere il vetro e quando ha visto che la bambina era senza conoscenza ha subito messo in atto le sue conoscenze di rianimazione per intervenire. Poi, però, si è reso conto che qualcosa non tornava: «Ho messo il dito nella sua bocca e faceva completamente resistenza. Mi è venuto subito da pensare che fosse una bambola». Era così: per quanto realistica, si trattava di una bambola, la cosiddetta ‘life-like doll’. La sua proprietaria, Carolynne Seiffert, utilizza…

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quella bambola dal 2005, quando suo figlio morì per un male incurabile. Ecco le sue dichiarazioni: «Ho riso all’inizio, ma ero molto imbarazzata. Mi rendo conto che non tutti possano capire i vari modi in cui una persona può reagire alla perdita di un affetto familiare». La polizia ha…

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già fatto sapere che pagherà alla donna le spese necessarie per riparare: «Ogni volta che ci sarà un allarme del genere, non penseremo mai che si possa trattare di una bambola. Finché non ne abbiamo la certezza, interverremo tempestivamente con l’intento di salvare una vita umana».

“Mio figlio è una bambola”: i medici la rompono e il giudice li condanna

La storia che vi stiamo per raccontare arriva da Walsall, in Inghilterra, dove una donna affetta da gravi disturbi mentali si è vista portare via il suo unico figlio. Attenzione: non si tratta di un bambino in carne e ossa, ma di una semplice bambola. Susan Dunn portava sempre con sé il piccolo in ogni momento della giornata, sempre attenta nei suoi confronti.

Il bambolotto veniva trattato esattamente come una madre tratterebbe suo figlio: lo curava con amore, lo custodiva e gli regalava moltissime attenzioni. Nel settembre del 2013, Susan è stata ricoverata nell’ospedale della zona per diversi problemi di salute ed è stato proprio lì che il bambolotto è stato distrutto. La donna, a seguito di una discussione con un’infermiera, si è vista distruggere il “figlio” sotto il naso.

Il personale medico sapeva perfettamente che cosa significasse quella bambola per Susan, decidendo così di torturarla per ferire la donna. A causa di questo gesto, l’infermiera è stata condannata dal giudice a versare una somma di 90 mila euro. Susan ha così ricevuto del denaro da parte dell’ospedale per ciò che le è stato tolto. Ecco le parole di sua sorella: “Hanno torturato la bambola davanti ai suoi occhi. È stato straziante per lei”.