Da Pescara del Tronto arriva uno spiraglio di luce dopo il terremoto dello scorso agosto. Il 19 settembre è nata al San Camillo di Roma Michelle, superstite del terribile sisma ancora prima di essere nata. La madre, Valentina Bertolucci, era infatti in vacanza nel paese marchigiano insieme al marito Federico Campitelli e al figlio Gabriel: “Io e la mia famiglia viviamo a Roma, ma andavamo a Pescara per le vacanze ogni estate – racconta la donna al Resto del Carlino -. La notte del terremoto in casa c’ero io, al nono mese di gravidanza, mia madre, mio marito e mio figlio di tre anni… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Erano in casa al momento del crollo”]
Al piano di sotto, invece, c’era mio fratello con mia cognata, anche lei incinta di quattro mesi. Dormivamo tutti quando, all’improvviso, il letto ha cominciato a sbattere da una parte all’altra. Ho subito capito che eravamo in pericolo e ho avuto la prontezza di prendere mio figlio e portarlo in sala, dove ci siamo messi al riparo sotto il vano della porta. Una parete della camera da letto è crollata e anche il salone si stava sbriciolando davanti ai nostri occhi. Poi la stanza si è riempita di polvere”. Il racconto prosegue: “Siamo rimasti immobili e al buio per molto tempo. All’improvviso abbiamo cominciato a sentire puzza di gas. Poi abbiamo trovato il telefonino di mio marito e lo abbiamo usato come torcia: così siamo riusciti a scorgere un varco tra le macerie e abbiamo provato ad uscire… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La luce di speranza”]
Non ce la siamo sentita di metterci a camminare o farci largo tra i resti delle case, ancora pericolanti, così abbiamo preso un materasso e lo abbiamo adagiato sulla macerie all’esterno della casa, facendolo passare attraverso il varco. Da lì abbiamo chiamato i soccorsi. Siamo rimasti intrappolati nelle macerie per almeno tre ore e il terrore è stato davvero grande”. Dopo la tragedia, la luce di speranza: “Vivere questo dramma con una gravidanza in corso, e per giunta al nono mese, è stato un incubo dal quale ancora non riesco totalmente a svegliarmi. Per fortuna ci siamo salvati, e mia figlia è nata. Siamo una famiglia miracolata”.