Il bambino torna in vita dopo un terribile incidente: quando si risveglia, dice qualcosa di inimmaginabile

Questa storia arriva dal 1997, ma è ancora attualissima. Landon Kemp, un bambino di 8 anni, stava tornando a casa dalla chiesa insieme ai genitori Andy e Julie. La famiglia però ha avuto un tremendo incidente stradale. Il padre Andy è morto sul colpo, mentre i soccorritori sono riusciti a recuperare il corpo di Landon e a rianimarlo… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Dopo due settimane in coma…”]

Durante il trasferimento in ospedale, però, il suo cuore si è fermato due volte: i medici era ormai convinti che non ce l’avrebbe fatta. Dopo due settimane di coma farmacologico, però, il bambino si è svegliato: nonostante le cicatrici profonde sulla testa, non c’era l’ombra di danni cerebrali. Per i medici tutto questo era inspiegabile… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Ancora più stupore quando a Landon viene comunicata la morte del padre: “L’ho visto in Paradiso”, afferma il ragazzino. Non solo: aveva visto anche i due bambini che la madre aveva perso prima della sua nascita, fatto che i genitori non gli avevano mai raccontato. Una storia incredibile e miracolosa.

Choc a Roma, muore di infarto ma resuscita dopo un ora: “Ho visto cosa ci sarà, ho questo messaggio per voi”

L’esperienza di questo camionista romano sta facendo molto parlare di sé. Tiziano S. è rimasto in arresto cardiaco, a causa di un infarto, per 45 minuti. Normalmente, superati i 20 minuti senza che avvenuta rianimazione, si dichiara il decesso della persona. Quest’uomo ha invece ripreso vita dopo tre quarti d’ora. Tornato da Pescara a Roma, dopo aver effettuato una consegna, aveva subito avvertito i soccorsi… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”L’arresto cardiaco”]

“Sono Tiziano, Vi scrivo da Via XXI Aprile. Sto morendo per arresto cardiaco”. Il trasporto in ospedale è stato rapido, ma l’uomo appariva ormai “ucciso” dall’aritmia cardiaca che l’aveva colpito. “Non c’era battito, né pressione sanguigna, né polso”, ha spiegato un’infermiera. Da qui parte però l’esperienza vissuta da Tiziano: “L’unica cosa che mi ricordo è che ho cominciato a vedere la luce e a camminare verso di essa – il suo racconto sulle pagine de Il Giornale – Era la cosa più bella che avessi mai visto e sembrava così felice… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Mi ha preso il braccio e mi ha detto: «Non è ancora il tuo momento, tu non devi essere qui. Devi tornare indietro, ci sono cose che ancora devi fare»”. Dopo 45 minuti, quindi, il cuore ha ripreso a battere: “Siamo di fronte a un caso unico. Studieremo tutto al dettaglio. domani verranno a Roma i colleghi americani. Questa è resurrezione”, esclama il dottor Sabino Lasala.

Messaggio dall’aldilà, il bimbo morto si risveglia: “Ecco cosa mi hanno detto di dirvi”

La storia che vi racconterà vi lascerà a bocca aperta. È il 2003. Il 4 luglio – festa nazionale negli Stati Uniti – una normale famiglia americana che vive nel Nebraska, a Imperial, paesino agricolo che ha appena «duemila anime e neanche un semaforo», sta stipando di bagagli una Ford Expedition blu. I Burpo partono verso Nord per andare a trovare lo zio Steve, che vive con la famiglia a Sioux Falls, nel South Dakota (hanno appena avuto un bambino e vogliono farlo vedere ai parenti). L’auto blu imbocca la Highway 61. Alla guida c’è il capofamigliaTodd Burpo, accanto a lui la moglie Sonja e sul sedile posteriore il figlio Colton, di quattro anni, con la sorellina Cassie. Fanno rifornimento a una stazione di servizio nel paese dove nacque il celebre Buffalo Bill prima di affrontare immense distese di campi di granoturco. È la prima volta in quattro mesi che i Burpo si concedono qualche giorno di ferie dopo la scioccante vicenda che hanno vissuto il 3 marzo di quell’anno.
Il piccolo Colton quel giorno aveva cominciato ad avere un forte mal di pancia. Poi il vomito. Stava sempre peggio, finché i medici fecero la loro diagnosi: appendice perforata. Fu operato d’urgenza a Greeley, in Colorado. Durante l’operazione la situazione sembrò precipitare: «Lo stiamo perdendo! Lo stiamo perdendo!». Il bambino era messo molto male e passò qualche minuto assai critico. Poi però si era ripreso. Per il babbo e la mamma era stata un’esperienza terribile. Lacrime e preghiere in gran quantità, come sanno tutti coloro che son passati da questi drammi.
Dunque, quattro mesi dopo, il 4 luglio, la macchina giunge a un incrocio. Il padre Todd si ricorda che girando a sinistra, a quel semaforo, si arriva al Great Plains Regional Medical Center, il luogo dove avevano vissuto la scioccante esperienza. Come per esorcizzare un brutto ricordo passato il padre dice scherzosamente al figlio: «Ehi, Colton, se svoltiamo qui possiamo tornare all’ospedale. Che ne dici, ci facciamo un salto?». Il bambino fa capire che ne fa volentieri a meno. La madre sorridendo gli dice: «Te lo ricordi l’ospedale?». Risposta pronta di Colton: «Certo, mamma, che me lo ricordo. È dove ho sentito cantare gli angeli».
Gli angeli? I genitori si guardano interdetti. Dopo un po’ indagano. Il bimbo racconta con naturalezza i particolari: «Papà, Gesù ha detto agli angeli di cantare per me perché avevo tanta paura. Mi hanno fatto stare meglio». «Quindi», domanda il padre all’uscita del fast food, «c’era anche Gesù?». Il bimbo fa di sì con la testa «come se stesse confermando la cosa più banale del mondo, tipo una coccinella in cortile. “Sì, c’era Gesù”».
«E dov’era di preciso?» domanda ancora il signor Burpo. Il figlio lo guarda dritto negli occhi e risponde: «Mi teneva in braccio». I due genitori allibiti pensano che abbia fatto un sogno nel periodo d’incoscienza. Ma poi vacillano quando Colton aggiunge: «Sì. Quando ero con Gesù tu stavi pregando e la mamma era al telefono». Alla richiesta di capire come fa lui, che in quei minuti era in sala operatoria in stato d’incoscienza, a sapere cosa stavano facendo i genitori, il bambino risponde tranquillamente: «Perché vi vedevo. Sono salito su in alto, fuori dal mio corpo, poi ho guardato giù e ho visto il dottore che mi stava aggiustando. E ho visto te e la mamma. Tu stavi in una stanzetta da solo e pregavi; la mamma era da un’altra parte, stava pregando e parlava al telefono». Era tutto vero. Così come era vero che la mamma di Colton aveva perduto una figlia durante una gravidanza precedente. Colton, che era nato dopo, non l’aveva mai saputo, ma quella sorellina lui l’aveva incontrata in cielo e lei gli aveva spiegato tutto. Sconvolgendo i genitori: «Non preoccuparti, mamma. La sorellina sta bene. L’ha adottata Dio. Staremo tutti bene di la, se vivremo nel suo amore». Di lei il ragazzo dice: «Non la finiva più di abbracciarmi».