Per Nicole Mamma Tania Rompe il Silenzio

Tania Laura Egitto, secondo la ricostruzione operata dai suoi legali, è stata vittima 2 volte: una volta per la morte di sua figlia ed un’altra volta personalmente perché all’atto del parto nel suo corpo è stata lasciata una garza utilizzata per le medicazioni post – parto.
I fatti:
Dopo la tragedia di Nicole mamma Tania era stata ricoverata nell’ospedale Cannizzaro per un malore, la diagnosi fu da subito chiara: un’infezione. Tuttavia per Nicole mamma Tania firmò le volontarie dimissioni, voleva infatti potere partecipare ai funerale della piccola.
Dopo appena 10 giorni lo stato di salute di Tania vacillò nuovamente e ancora una volta venne ricoverata nell’ospedale Cannizzaro, dove da esami medici approfonditi emerse un fatto scioccante: la presenza di un corpo estraneo, causa e ragione dell’infezione era una garza, rimasta nel corpo di Tania dopo la nascita di Nicole. Ovviamente la garza è stata estratta e Tania è stata curata.
L’episodio è stato ricostruito dinnanzi ai magistrati che indagano sulla morte della piccola; per tale infezione causata da detta garza oltre che per la morte di Nicole, mamma Tania ha sporto dettagliata denuncia. Trattasi di una denuncia querela che ipotizza il reato di lesioni personali.

I genitori di Nicole, la mamma Tania e il papà Pietro vogliono che nessuno più debba soffrire per un dolore come questo.
Durante la trasmissione televisiva dove i genitori sono stati ospitati, è intervenuta anche il Ministro della salute Lorenzin, per mettere all’indice i tanti, troppi casi di malasanità, soprattutto al Sud.

In coma da 3 anni per una lisca di pesce: la procura però accusa i medici

Giuseppe Pizzo, ex operaio di 56 anni, entrò in coma  in uno stato di coma irreversibile a causa di un incidente assurdo: una spina di pesce accidentalmente ingoiata durante un pasto. Durante le manovre per tentare di espellere la lisca l’uomo smise di respirare per via di un rigurgito, il cervello rimase senza ossigeno per un lasso di tempo troppo lungo. Da quel momento non si sarebbe più ripreso, e ciò che è più grave è che, secondo i medici, si tratta di una condizione irreversibile.

La Procura della Repubblica di Genova ha voluto vederci chiaro e dopo tre anni ha stabilito che a ridurre l’uomo in condizioni comatose non è stata la lisca di pesce (o, almeno, non direttamente), bensì un errore degli anestesisti dell’ospedale San Martino, uno specializzando, l’autore materiale dell’operazione, e il suo tutor, un medico più anziano che ne aveva la responsabilità.

Secondo la Procura, dunque, se il paziente fosse stato intubato, pratica comune in circostanze del genere, tutto l’uomo oggi non sarebbe in coma. Cosa succederà ai responsabili di questa tragedia?