Si affaccia dal balcone e si butta nel vuoto, secondo i Carabinieri il motivo è legato al suo cognome

Una laurea conseguita in economia con il massimo dei voti e una vita piene di speranza, non hanno distolto Maria Rita Lo Giudice dalla decisione di togliersi la vita a soli 25 anni, gettandosi nel vuoto dal balcone di casa sua. Il motivo, secondo i carabinieri, sarebbe legato al peso del suo cognome che nella sua città è sinonimo di ‘ndragheta. Una famiglia la sua legata alla malavita da generazioni: il…

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padre Giovanni in carcere, lo zio Nino oggi diventato collaboratore di giustizia, l’altro zio Luciano Lo Giudice, considerato in boss della famiglia storica della mafia calabrese. Maria Rita Lo Giudice probabilmente sperava in qualcosa di diverso da tutto questo. In prima linea per “liberare” i figli delle famiglie mafiose è il presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, Roberto Di Bella, il quale spiega: “Quando si rendono conto di poter vivere in un…

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mondo normale, senza traffici strani, senza violenza, senza morti ammazzati e senza carcere, rinascono. E al compimento dei 18 anni di età ci chiedono di restare fuori da una realtà che non ritengono più di essere la loro”. Il sogno di una vita normale che probabilmente era anche quello di Maria Rita, che però non è riuscita a sopportare il peso di quel cognome così ingombrante.

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