Venerdì 10 giugno Roberto Benigni ha presentato la proiezione della pellicola cinematografica “Non ci resta che piangere”, in una versione rivisitata, in piazza San Cosimato a Trastevere, dove non ha potuto fare a meno di parlare del suo amico e collega Massimo Troisi. Ecco le parole riportate da AdnKronos: “Massimo Troisi era un bell’attore, un bel regista e anche un bell’uomo. La sua è stata una perdita, un vuoto incolmabile. Con lui c’era un’amicizia e un amore speciali che raramente capitano. Quando eravamo insieme ci divertivamo moltissimo, bastava che ci guardassimo e ridevamo. Eravamo molto giovani e abbiamo deciso di condividere questa felicità in un film, che rivedrò stasera perché da allora non l’ho più rivisto”.
Roberto Benigni prosegue parlando del film che li ha visti protagonisti: “Il cinema non è mai d’evasione perché il cinema che piace è quello che turba. Anche se questo è un film leggero, di purezza e di allegria. Ma anche un film leggero emana radiazioni, bisognerebbe vederlo con lo scafandro. […] Quando si spegne la luce nel cinema è come quando si chiudono gli occhi prima di dormire: si inizia a dormire. Ci sono delle scene di questo film che non riuscivano a girare per quanto ridevamo: la scena del fiorino, quella del cavallo, quella di ‘ricordati che devi morire’ e quella di Da Vinci che dice ’33, 33, 33′. Lo abbiamo diretto insieme ma ognuno aveva il suo linguaggio: lui le scene fisse e io quelle in movimento e così abbiamo fatto. D’altronde i registi ci insegnano a guardare. Per questo di solito è fatto da persone pure, perché chi ha qualcosa da nascondere non può svelare niente”. CONTINUA A LEGGERE