Individuati a Rigopiano tra la neve a le macerie, una serie di oggetti, tra cui alcuni smartphone rinvenuti ma non di proprietà delle vittime della tragedia. Successivamente è stato ritrovato anche un orologio di lusso, un Patek Philippe, con il cinturino di pelle nera. Sul quadrante si legge il numero 19, la data del giorno in cui si è fermato, ovvero il giorno del disastro. Il comandante della stazione dei carabinieri di Penne, ha chiesto aiuto a Gianluca Tanda, il fratello di…
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Marco, 25 anni, pilota Ryanair, una delle 29 vittime. Gianluca infatti ha creato un gruppo WhatsApp, tenendo in contatto i famigliari delle vittime e dei superstiti. “È un orologio di lusso, costerà decine di migliaia di euro, ma nessuno dei nostri sembra riconoscerlo. Forse apparteneva al proprietario dell’hotel, Roberto Del Rosso, anche lui tra le vittime. Stiamo provando a…
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rintracciare qualcuno della famiglia, probabilmente non hanno ancora visto la chat…”. Spiega Gianluca, aggiungendo: “Sapete io adesso vivo solo per assicurare giustizia a Marco e a tutti gli altri. Ma so che un giorno, prima o poi, crollerò. Perché è tanto il dolore che mi porto dentro”. A Parlare anche il papà di Giampaolo, 34 anni, pasticcere di Monterotondo, che si è salvato…
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perdendo però sua moglie: “Se però i soccorsi fossero scattati subito, se le autorità avessero tenuto pulita la strada oggi non saremmo qui a piangere i morti. Mio figlio e tutti gli altri avevano già le valigie pronte in macchina per andarsene. E invece sono rimasti prigionieri fino all’ultimo di quel muro di neve. Ostaggi innocenti del Rigopiano. No, questa tragedia non può finire senza colpevoli. E il tempo corre..”.