Renato Zero è stato intervistato da Catherine Spaak per il settimanale Grazia alla vigilia dei tre concerti che terrà nei prossimi mesi. Durante il colloquio informale con la giornalista, il celebre cantante ha parlato della sua vita privata, della famiglia e dei genitori. Ecco cos’ha dichiarato: “Sono stati meravigliosi e non mi hanno mai contestato. Mio padre era poliziotto, mia madre infermiera e mi hanno sempre dato la possibilità di essere me stesso. Bisogna avere della radici ben piantate altrimenti con il primo vento vacilli e perdi l’equilibrio. Mi guardo spesso dentro e sento la presenza di quelle personalità appena citate. Mia nonna Renata, che aveva i baffi – allora la ceretta era un sogno – mi dava lezioni sul rispetto, la complicità, la tolleranza e mi ha fatto entrare nel magico mondo della conoscenza degli anziani“.
Ad oggi, la famiglia di Renato Zero è composta da Roberto Anselmi, ex guardia del corpo, e dalle sue due bambine adottate: “Sono sempre stato portato a prediligere le persone sfortunate. Roberto aveva perso i genitori e ho sentito che era giusto potergli dare un supporto morale, poi diventato anche istituzionale. L’adozione è avvenuta dopo un po’ di tempo, quando aveva 30 anni ed eravamo consapevoli e pronti ad affrontare quella nuova condizione. Mi aveva colpito molto il modo in cui si era avvicinato a mia madre, frequentando la mia famiglia: era poetico, tenero e fra loro è nata una grande complicità. Roberto è diventato padre di due bambine, completando il mosaico che desideravo comporre intimamente: essere nonno è un’emozione che non volevo perdermi“.
Renato Zero, nonostante sia una persona anticonformista, considera la famiglia il punto cardine della vita: “La parola famiglia mi fa pensare a una grande stazione ferroviaria dove ci si urta, ci si chiede scusa, si domanda un’informazione, ci si saluta da un binario all’altro. La famiglia è la base ideale per sviluppare la propria personalità, per migliorarsi e per sconfiggere la solitudine. Quando si perdono i genitori, o i fratelli, ci si sente impoveriti e si rischia di entrare in depressione, soprattutto se si ha avuto una bella famiglia. Quando hai fatto tua quella positività e sono tue per sempre quelle radici, nessun’altra cosa è più potente e profondamente dentro di te. Queste certezze devi trasmetterle a tua volta”. CONTINUA A LEGGERE