Aicha Elisabete Ounnadi è una 40enne che ha lavorato per undici anni per un’azienda che si occupa di raccolta e gestione dei rifiuti a Torino. Questa stessa società l’ha però licenziata in tronco dopo che la donna ha trovato un monopattino tra…PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Un regalo per il figlio”]
…i rifiuti e se n’è impossessata per regalarlo al figlio. Lei ha spiegato così le sue ragioni:
“Non so chi l’avesse preso, né chi l’avesse portato lì, ma a quell’ora non sono stata a fare domande. L’ho messo vicino al mio armadietto e poi l’ho chiuso in auto. Non avrei immaginato che da quel momento sarebbe iniziato un incubo”. PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE [nextpage title=”La reazione dell’azienda”]
L’azienda non ha voluto sentire ragioni:
“A tutti è stato più volte ribadito che non è ammesso appropriarsi dei beni provenienti dalla raccolta dei rifiuti e le giustificazioni della dipendente non sono idonee a giustificare un comportamento gravissimo”.
La spazzina ha poi aggiunto: PER CONTINUARE A LEGGERE CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE [nextpage title=”Altri dettagli”]
“Abbiamo tante difficoltà economiche, anche il mio ex marito ha perso il lavoro e capita che qualcuno ci faccia dei piccoli regali per aiutarci. Ho subito detto la verità: avevo preso io quel monopattino dopo che me l’aveva passato una collega, per il mio bimbo di 8 anni. Tutto confermato anche da lei. Quel monopattino non era nascosto, non ho fatto nulla di male, non posso essere licenziata per questo. Lavoro in Cidiu dal 2006, ho i calli alle mani, ho sempre lavorato duramente e non mi sono mai lamentate. Dopo oltre 10 anni passati sotto la pioggia o la neve, mi vogliono licenziare per un monopattino?”.