Porro infuriato: “Mia figlia di 7 anni umiliata in nome dell’Islam”

Il giornalista Nicola Porro mostra tutta la sua furia in un pezzo che parla degli Usa. “Soltanto chi ama l’America e quel grande spirito di libertà che i suoi padri fondatori ci hanno regalato si può davvero dolere della follia culturale dominante in cui si sta immergendo”. Afferma l’uomo, continuando a spiegare: “un piccolo episodio che dovrebbe…

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fare riflettere. E mi scuso per il caso personale”. L’oggetto è la sua piccola che “è stata obbligata ad indossare un bikini perché, nonostante la giovane età, la sua nudità superiore avrebbe potuto turbare il pudore collettivo”. Porro ci tiene a spiegare nei particolari: “In quel medesimo parco c’erano centinaia di donne…

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completamente fasciate da opprimenti burkini“, “in omaggio a una religione che la laica America non si permette di censurare”, ovvero l’islam. L’attacco è durissimo: “Con quale arroganza – si chiede il giornalista – vi permettete di censurare una mia tradizione (le bambine non indossano il pezzo di sopra del costume) ben ancorata nella cultura occidentale, mentre siete così rispettosi di…

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una tradizione religiosa ben più lontana da voi? Forse dovremmo inventarci una religione che come precetto abbia il bikini libero per le bimbe, dovremmo avere qualche fanatico che cerchi di imporlo a tutti, con tutti i mezzi a disposizione?”. “Sembrano imbambolate – conclude Porro – incapaci di produrre un’idea che sia una, tutte impegnate, come sono, a fare dimenticare la propria storia e le proprie tradizioni”.

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