Ennesimo caso di malasanità, questa volta a Vigevano, dove a un uomo di 78 anni è stato diagnosticato un tumore al rene destro. L’uomo ha quindi deciso di sottoporsi ad intervento chirurgico, ma – per errore – gli è stato asportato l’organo sbagliato (il rene sinistro). Dopo il clamoroso errore l’anziano è stato nuovamente operato, ma era troppo tardi: da quel momento in poi è stato costretto alla dialisi tre volte a settimana. Clicca sul punto 2 dell’indice per leggere il clamoroso errore commesso nella struttura privata[nextpage title=”Ecco chi ha sbagliato”]
L’Asst di Pavia, da cui dipende il nosocomio di Vigevano, si è scusata per l’accaduto e ha avviato un’indagine interna, attivando l’assicurazione per i dovuti risarcimenti. Probabilmente l’errore si sarebbe verificato in una struttura esterna, con la diagnosi di tumore effettuata in una clinica privata diversa dall’ospedale in cui il paziente ha subito l’intervento. Probabilmente il radiologo ha refertato masse anomale ad entrambi i reni.
In effetti, entrambi i reni avevano delle masse tumorali, ma era quello destro che doveva essere operato per un carcinoma maligno, mentre il rene sinistro, risultato poi affetto da un tumore benigno, non necessitava dell’intervento. CONTINUA A LEGGERE
GLI OCCHI DELLA PAURA… Ecco che trattamento viene riservato agli animali in questo posto ASSURDO!
E’ un vero e proprio circo dell’orrore, nonostante una normativa sul trasporto dei bovini destinati alla macellazione sia molto chiara al riguardo. Puntualmente, viene violata come dimostrano le ricerche di Animal Welfare Foundation, Tierschutzbund Zurich e Eyes on Animals. Le irregolarità si registrerebbero al confine tra la Turchia e la Bulgaria. Qui le mucche, anche gravide, vengono sottoposte a viaggi in condizioni impossibili: alte temperature e caratterizzati da improvvisi parti cesarei in strada (dove poi vengono macellate). Clicca sul punto 2 dell’indice per leggere cosa accade a questi poveri animali [nextpage title=”Ecco le torture inflitte agli animali”]
Le povere bestie vengono stipate in spazi angusti, senza mangiare e bere per molte, troppe, ore. Tornando al caso della mucca che ha partorito in strada, ha passato diverse ore di travaglio prima di ricevere l’anestesia da parte di un veterinario chiamato per completare l’operazione. Il vitellino era stato estratto dal suo ventre con l’ausilio di una corda, morendo subito. La madre, straziata dal viaggio e dal dolore, ha anche subito importanti lesioni interne per le manovre artigianali alle quali è stata sottoposta. Anche lei era destinata a morire, ma il trasportatore – per non perdere il suo carico -si avvale dell’aiuto di un macellatore, che la sgozza (ancora viva) infliggendole 5 minuti di atroce sofferenza. CWF denuncia che gli stati europei sono complici di tutto questo: i carichi ispezionati giungono in Turchia dai Paesi dell’Est , ma anche da Italia, Francia, Germania ed Austria, con questi atroci casi di maltrattamento che si reiterano sin dal 2000. CONTINUA A LEGGERE
L’ADDIO AD ANITA, STRONCATA DA UN MALE CHE NON LASCIA SCAMPO
Una storia che ha portato via un piccolo angelo. Anita, scomparsa a soli 18 mesi di età a causa della Sma, malattia degenerativa che comporta un’atrofia muscolare spinale, con la quale ha convissuto dalla nascita. Alla piccola era stato diagnosticato un anno di vita, invece ha vissuto altri…
CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”La cerimonia funebre”]
sei mesi accanto alla sua mamma, Elena Lanaro di 27anni e al papà Diego Leodari di 33 anni. Che hanno preferito tenere la piccola a casa con loro fino al suo ultimo giorno di vita. Al termine della cerimonia funebre salutano Anita con una canzone “Una su un milione” di…
CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”I numeri per aiutare”]
Alex Britti, ninna-nanna cantatagli sempre dalla mamma e il lancio di 18 palloncini bianchi. La campagna di ricerca sulla Sma, ha trovato da pochi giorni un testimonial di grido: Checco Zalone che appoggia l’associazione Famiglie Sma onlus che ha sede a Roma in via Magliani 82. Info: 02.56568312, 345.2599975.
Non ha retto al dolore per la morte di Moira, altro lutto in casa Orfei
Amori che durano una vita, e che diventano parte della propria vita, tanto da non riuscire a vivere senza. Così, solo dopo 11 mesi dalla morte della regina del circo italiano Moira Orfei, si è arreso anche suo marito Walter Nones. L’uomo sembra essersi ammalato gravemente alla morte della moglie. Dopo tentativi vani di cura e sofferenza, Walter, 82enne, è morto nella sua casa di San Donà, a Venezia. Celebre domatore di leoni e impresario circense, sposò Moira nel 1961 e proprio insieme fondarono il loro …
CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”Chi era”]
circo, ricordato da tutti come il più celebre. “La conoscenza di Moira ha mutato la carriera artistica di Walter, che con lei ha fondato uno dei più grandi circhi d’Europa. Walter non immaginava di essere un potenziale direttore, sono state le sue idee rivoluzionarie (il cosiddetto ‘circo di regia’) e la sua straordinaria forza creativa a renderlo uno dei più quotati direttori di circo nel mondo. Nel circo, Walter, ha praticamente fatto di tutto, dall’organizzatore, al giocoliere, all’acrobata, al presentatore, fino ad approdare alla carriera di domatore a cui arrivò quasi per ….
CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”Il comunicato”]
scherzo. Oggi possiamo dire che è stato un caposcuola introducendo l’addestramento in dolcezza, disciplina che porta il domatore a stretto contatto con le belve, praticamente a mani libere. Il pericolo è quindi considerato molto forte, lo hanno dimostrato i numerosissimi incidenti di cui Walter è stato vittima. Walter Nones era un uomo profondamente umano, schivo della pubblicità e dedito al suo lavoro che riteneva più importante di una missione”. Questo quanto si legge sul sito ufficiale del circo Orfei.
Musica italiana sotto shock, purtroppo è tutto vero, è appena morto Andrea…
Umanità, gentilezza e soprattutto tanta bravura e passione nella musica erano le doti che distinguevano questo grande talento che ci ha lasciato. Andrea Tacchi, primo violino solista dell’Orchestra della Toscana. Nato a …..
CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”Carriera”]
Firenze, aveva 63 anni, si parla di un male incurabile e rapidissimo che gli ha tolto la vita. Tra le altre cose ,grazie al suo talento, è stato protagonista di prime esecuzioni di brani di Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Romano Pezzati. Il maestro ha portato per 16 anni consecutivi l’Orchestra Regionale Toscana a Stazzema, in …
CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”Le opere”]
occasione della ricorrenza dell’alluvione del 19 giugno del 1996. I concerti permettevano di assistere a concerti di altissimo livello ricordando una parte drammatica della nostra storia ma anche la rinascita dopo il disastro. La musica come ricordo, la musica come unione, la musica come sigillo di un talento che rimarrà nei ricordi.
“E’ solo una febbre” e Giovanna, incinta di 8 mesi muore. Ecco cosa è successo dopo
Improvvisa svolta nelle indagini sul decesso di Giovanna Lazzarri, la giovane donna di 30 anni morta all’ottavo mese di gravidanza assieme alla bimba che portava in grembo. Il tragico episodio si è verificato alla fine del 2015. Due medici degli Spedali civici di Brescia sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo e procurato aborto. Clicca sul punto 2 dell’indiceper conoscere cosa è accaduto alla donna [nextpage title=”Ecco cosa avvenne all’interno della struttura”]
Secondo la ricostruzione, la donna avrebbe dovuto partorire entro quindici giorni, ma avrebbe contratto, con ogni probabilità all’esterno della struttura ospedaliera, il batterio dello streptococco. Secondo il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e il procuratore aggiunto Carlo Nocerino, titolari dell’inchiesta i due medici indagati avrebbero colpa per imperizia e negligenza. Per i medici si trattava“di una banale febbre in gravidanza dovuta a gastroenterite”. Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali Civili di Brescia, aveva dichiarato: “Abbiamo approfondito ciò che è accaduto ed è emerso che tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto. La paziente è stata gestita nel miglior modo possibile. Era affetta da una forma batterica, un’infezione da Streptococco, che ha scatenato gli eventi che hanno portato alla morte di entrambe”. La notte del decesso Giovanna aveva inviato diversi sms e chiamate al marito. Tutto il materiale raccolto è ora al vaglio dei magistrati. CONTINUA A LEGGERE
Pavia, i migranti bloccano il ponte: “Ecco cosa vogliamo…”
Rumorosa e corposa la protesta dei migranti ospitati presso il motel di Castelletto di Branduzzo in provincia di Pavia. I migranti, incuranti dei mezzi che chiedevano il passo, si sono sdraiata sul ponte sul Po di Bressana Bottarone. Gli 80 migranti hanno spiegato i motivi di questa azione così eclatante: “Abbiamo bisogno un aiuto dal governo italiano. Da due mesi non ci danno soldi (i 2,50 euro al giorno previsti per legge), da quattro mesi abbiamo un solo vestito addosso, ci laviamo ogni 10 giorni, siamo ammalati”. Clicca sul punto 2 dell’indice per leggerela replica del titolare della struttura [nextpage title=”Ecco la versione dell’albergatore”]
Carabinieri e polizia intervenuti sul ponte hanno convinto i migranti a spostarsi. Poco dopo è stata convocata d’urgenza una riunione in prefettura. Il proprietario del motel ha spiegato : “Si era verificata un’incomprensione sui servizi che devo gestire. La prefettura, comunque, ha garantito che tutto sarà sistemato”. Ma i migranti respingono con decisione questa versione: “Quando siamo arrivati, da Trapani, ci hanno spiegato i nostri diritti, ma qui non li rispettano. Non ci danno il poket money. In camera siamo in 4 con un bagno, e ci possiamo lavare ogni 10 giorni perchè abbiamo solo una saponetta; il cibo non è buono; abbiamo un vestito e con quello dobbiamo arrangiarci; siamo malati: dieci di noi hanno la Tbc, alcuni la scabbia, e un giovane di 24 anni, in arrivo dalla Libia, ha una gamba operata da poco.Tutte le notti urla dal dolore”. Rovati non ci sta e replica: “Gli 80 migranti sono stati vaccinati e godono di buona salute; il ragazzo ferito l’abbiamo portato due volte in ospedale ed è sotto antibiotici. Per un disguido non abbiamo pagato il bonus di luglio e agosto, ma sarà disponibile già dai prossimi giorni. I vestiti vengono forniti, ma non possiamo rispondere di quelli che rompono o rovinano. Per quanto riguarda poi l’igiene personale, tutti gli ospiti hanno un kit con schiuma da barba, lamette, spazzolino, dentifricio, crema e bagnoschiuma”. CONTINUA A LEGGERE
Il gardrail nell’auto e colpisce Marco in pieno. La notte da incubo che cambia la vita di 5 ragazzi
Tragico incidente lunedì sera nel lungo rettilineo della zona industriale Berbentina di Sassoferrato. Erano da poco passate le 22, nella tratta che collega il Pergolese all’area del fabrianese, quando Marco Codolan, 18 anni, residente con la mamma a Pergola e originario della Romania, viaggiava insieme agli amici per raggiungere Fabriano. Clicca sul punto 2 dell’indice per conoscere le cause del tragico incidente [nextpage title=”Ecco cosa è accaduto”]
Per cause ancora da accertare, l’auto è finita fuori strada andando ad urtare il guardrail. Le sbarre che dividono la carreggiata dalla banchina hanno raggiunto il lato posteriore della vettura, proprio dove era seduto Marco Codolan, che è stato di fatto trafitto dalle stesse. I sanitari del 118 hanno estratto il ragazzo dalle lamiere della Ford già in condizioni critiche e, dopo una prima rianimazione sul posto, l’hanno trasportato al Profili. Per lui non c’è stato nulla da fare, poche ore dopo è spirato. Anche i quattro amici, tutti di Pergola tra i 19 e i 21 anni, sono stati condotti per accertamenti al Pronto Soccorso e sono stati medicati. Nessuno di loro, a quanto risulta, è in pericolo di vita. Al momento resta viva l’ipotesi di un attraversamento improvviso di cinghiali lungo il tratto dove si è registrato l’incidente mortale. CONTINUA A LEGGERE
Ora solare 2016: ecco quando torna
Siete pronti a spostare l’orario del vostro orologio e non lasciarvi così cogliere di sorpresa? A breve le giornate si accorceranno ed entreremo di fatto in proiezione invernale anche…
CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”Quando”]
per quel che riguarda il clima. Lo spartiacque sarà la notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre, quando esattamente alle tre di notte (ma vi assicuriamo che se cambiate prima o dopo non vi accadrà niente) le…
CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”Come”]
lancette dovranno essere spostate un’ora indietro. Si potrà dormire così un’ora in più e sarà recuperata quella persona lo scorso marzo. L’alba ci sarà prima, così come il tramonto.
Italiano, 63 anni, perde il lavoro e vive in camper. Un giorno bussano i vigili e…
Fiorindo Turelli, un signore di 63 anni di Empoli, è una di quelle persone che è stata profondamente colpita dalla crisi, tanto da perdere lavoro e la casa (per impossibilità di pagare l’affitto) nel giro di pochissimo tempo. Fortunatamente per lui ha un camper di sua proprietà, così non è stato costretto a vivere sotto i ponti, ma sempre su un letto sul quale poter riposare. Il problema però…
CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”La multa”]
è che notando quel camper parcheggiato in una piazza di Santa Croce sull’Arno (Pisa), un vigile abbia notato l’assicurazione scaduta e abbia così disposto il sequestro del mezzo. A questo punto è arrivato l’appello di Turelli: “Sono un operaio di 63 anni, troppo giovane per andare in pensione e forse troppo vecchio per trovare un altro impiego. Ora come ora non ho nemmeno i soldi per pagare l’assicurazione ma devo farlo perché sennò non ho un mezzo per andarmi a cercare un lavoro. Quel camper per me è fondamentale, sia per avere un tetto sotto cui dormire, sia per mangiare che per andare a cercare un lavoro. Sono un…
CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE
[nextpage title=”La decisione”]
operaio calzaturiero, ho grande esperienza e sono pronto a qualsiasi impiego, anche al di fuori da quello che ho fatto fino ad oggi, l’importante è tornare a lavorare e ad avere una dignità”.
Le istituzioni hanno deciso di andare sensibilmente incontro al signore, così gli hanno permesso di parcheggiare il mezzo accanto a un distributore in attesa di avere i soldi per pagare assicurazione e relativa multa.