Muore disidratato in ospedale: “Ha tentato di vivere succhiando salviette umidificate…”

È stato lasciato disidratato dal personale medico dell’ospedale pediatrico in cui era ricoverato. È l’incredibile accusa che si legge nel rapporto di condanna del Bristol Children’s Hospital. Il piccolo Sean Turner era stato sottoposto a un intervento di chirurgia cardiaca, seguito però da una serie di errori fatali: “Non gli è stata data la migliore possibilità di sopravvivenza”, è riportato nell’inchiesta sulla sua morte…

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[nextpage title=”La negligenza”]

Come riportato dal Bristol Post, inoltre, sono nove gli esperti che hanno stabilito come la University Hospital Bristol Foundation Trust sia stata negligente nei confronti dei genitori del bambino per non essere stati chiari durante il periodo della sua morte, nel marzo 2012. Sean è morto per un’emorragia cerebrale, causata dalla mancanza di monitoraggio sull’effetto delle cure post operatorie…

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[nextpage title=”Le scuse”]

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“Vorrei estendere nuovamente le nostre condoglianze alla famiglia di Sean Turner per la perdita di loro figlio. Sono profondamente dispiaciuto per le nostre mancanze nel curare Sean e per l’impatto che queste hanno avuto su di lui e sulla sua famiglia – spiega Robert Wooley, amministratore delegato della University Hospital Bristol Foundation Trust -. Noi offriamo sempre le migliori cure per ogni bambino e mi dispiace che non sia avvenuto con Sean. Sono anche molto dispiaciuto per aver aumentato il loro dolore dando risposte imprecise e incomplete dopo la loro denuncia…

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[nextpage title=”“Apportati miglioramenti”]

Mentre l’Ombudsman ha indagato sullo specifico caso di Sean, la Care Quality Commission ha analizzato la qualità dei nostri trattamenti tra il 2012 e il 2014 e NHS England ha esaminato il funzionamento complessivo del nostro servizio di cura cardiaca tra il 2010 e il 2014. Tutte queste analisi hanno evidenziato esempi di buona sanità e tutte hanno rilevato i nostri miglioramenti dal 2012 ad oggi, sia in termini di procedure che di infrastrutture, qualità del personale, formazione e supporto ai famigliari in lutto”.

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