Milena e quella frase che cambia tutto: “È un tumore al seno…”. Ecco cosa è successo dopo

Tra qualche giorno avrebbe compiuto 38 anni Milena Salamone, odontoiatra uccisa da un male incurabile che non le ha lasciato scampo. La giovane mamma era infatti nata l’8 dicembre 1978: sposata con Massimo Geromin, aveva una bimba di cinque anni e un bimbo di due. Da circa un anno e mezzo combatteva contro il male, diagnosticatole a fine aprile 2015; da allora era stato un vero e proprio calvario fatto di cure chemioterapiche, ricoveri e speranze… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Lavorava e insegnava all’università”]

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Dopo la laurea in medicina e chirurgia con specializzazione in odontoiatria all’università di Padova, insieme al fratello Angelo e alla sorella Rossella aveva aperto uno studio odontoiatrico, ma non aveva tralasciato l’insegnamento ed era stata docente a contratto di Ortognatodonzia presso la stessa facoltà dove si era laureata. La sorella ha voluto ripercorrere l’esperienza dolorosa di Milena in un post: “Il 27 aprile dello scorso anno c’era stata la diagnosi del tumore al seno. Lei aveva iniziato il primo ciclo di chemioterapia. Era fiduciosa, con estrema volontà proseguiva nella cura e dava coraggio a noi e anche ai figli. A Natale dello scorso anno i sintomi del male erano spariti. Poi la ricaduta, e ancora la radioterapia e le chemioterapie… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3DELL’INDICE[nextpage title=”Il racconto della sorella”]

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Ci eravamo rivolti perfino all’istituto I.E.O. di Milano del professor Veronesi e le cure venivano somministrate a distanza dallo stesso reparto di Oncologia del Ca’ Foncello. Alle speranze, si alternavano altre ricadute, con altri 8 cicli di chemioterapia. E mia sorella pareva di nuovo riprendersi. Abbiamo trascorso una bella estate, con i fine settimana nella casa di Jesolo. Ma proprio a ottobre una nuova ricaduta, peggiore. Le hanno diagnosticato un carcinoma meningeo. E da allora i medici le hanno dato poche speranze. Comunque abbiamo avuto un’ottima assistenza sia di tipo farmacologico che affettivo da medici, infermieri e operatori socio-sanitari di entrambi i reparti di Seconda Medicina e Oncologia del Ca’ Foncello, che ringraziamo davvero di cuore. Lo dico anche da medico”.

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