Il medico: “Non credevo alla vita dopo la morte. Poi mi è accaduta una cosa sconvolgente…”

Ha vissuto in prima persona questa esperienza straordinaria e ha voluto raccontarla. Si tratta del medico chirurgo di origine indiana, Rajiv Parti: “Stavo operando. Tutte le indicazioni dicevano che il paziente sul tavolo operatorio era morto. Il suo cuore si era fermato, il suo corpo svuotato del sangue e non era più in grado di respirare da solo. Si trovava in animazione sospesa, attraverso una procedura chirurgica che sostituisce il sangue con un fluido freddo ed arresta tutte le funzioni corporee. Nel frattempo, i chirurghi avevano appena un’ora per riparare una lacerazione della arteria principale che porta al suo cuore. Questa era una operazione difficile, per non dire pericolosa. E, come capo anestesista dell’ospedale, è stato il mio lavoro assicurarsi che il paziente sia rimasto incosciente per tutto il tempo. Lo ha fatto, e per fortuna è sopravvissuto. E dopo, nella sala di risveglio, ero lì al suo fianco quando si è svegliato, con un sorriso sul suo volto”. Il medico prosegue: “Stavo guardando voi ragazzi in sala operatoria,’ mi ha detto. ‘Ero al di fuori del mio corpo, fluttuante sul soffitto. Ho visto il chirurgo solo in piedi a capo del tavolo cucire il cerotto sulla mia arteria, ho visto che l’infermiere… ‘… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La prima esperienza”]

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Tutto quello che ha affermato il paziente era indubbiamente accurato. Ma poteva davvero aver assistito a tutto questo? No, certo che no: come poteva vedere qualsiasi cosa quando il suo cuore non batteva, la sua testa era stata messa nel ghiaccio ed il suo cervello aveva smesso di funzionare? Non era la prima volta che un mio paziente riportavo un evento strano. Nel corso dei miei 25 anni di carriera avevo sentito persone affermare di aver visto amici defunti nel corso di un arresto cardiaco, o la luce alla fine del tunnel o persone composte di luce stessa. Ho sempre pensato che queste storie fossero senza senso, per questo mi sarebbe piaciuto tornare a parlare con il paziente, ma non l’ho fatto”. Lo stesso Parti, nel 2008, ha scoperto di avere un cancro alla prostata: “Ero furioso con Dio: cosa avevo fatto per meritare questo? Eppure, ho prenotato una operazione con uno dei migliori specialisti del Paese, dando per scontato che tutto sarebbe andato bene. ‘Il rischio di complicazioni è minimo’ mi disse detto il chirurgo – ma qualcosa è andato drasticamente sbagliato, e mi era stato lasciato del tessuto cicatriziale che mi faceva molto male, assieme ad altri debilitanti effetti collaterali. Avrei dovuto affrontare altre cinque operazioni nel corso dei prossimi due anni per cercare di riparare ai danni, ma nessuna di loro si è dimostrata efficace. Una sera, due settimane dopo l’ultimo intervento, mi sono sentito improvvisamente debole. Nonostante due cicli antibiotici massicci, una infezione si stava diffondendo nel mio addome. Senza un intervento urgente sarei morto per shock settico. Mia moglie in lacrime mi ha portato in ospedale, e lì ricordo che un chirurgo era emerso nella nebbia. Teneva le sue mani come una mantide religiosa, ed è ricomparso in sala operatoria. Mi sentivo ascendere verso l’alto, come se fossi in un ascensore, poi lentamente la mia coscienza è riemersa e ho visto diverse incisioni sul mio ventre, e ci abbiamo scherzato su con i dottori che mi avevano operato”… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

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E poi ancora: “Però poi mi sono accorto di alcune cose strane: la mia prospettiva era mutata, in sala operatoria ho visto anche mia madre e mia sorella sedute nella nostra casa di famiglia, a migliaia di chilometri di distanza, a Nuova Delhi. La scena era reale: mia sorella indossava jeans ed un maglione rosso e mia madre un sari verde ed un maglione dello stesso colore. ‘Che mangiamo a cena?’ aveva chiesto mia sorella, e mamma le aveva risposto che fuori faceva freddo e che la zuppa calda di lenticchie sarebbe andata bene. Ero così concentrato su di loro che il suono improvviso degli strumenti operatori mi aveva distratto. Ho sentito un dottore dire: “Quest’uomo è fortunato ad essere ancora vivo, passatemi più tamponi”. Ero molto spaventato: cosa stava succedendo? La mia coscienza sarebbe rientrata nel mio corpo o avrebbe vagato per sempre come uno spirito? Ero morto? Mi sentivo come un astronauta che aveva lasciato la sua tuta spaziale”. Poi un’esperienza inattesa: “Con l’aumentare del panico ho vissuto due scene nel passato e nel futuro, fino a quando tutto è diventato più scuro. Ho pensato che stessi tornando in me. Poi è arrivata una scossa di vera paura. Alla mia destra, ho sentito urla di dolore e di angoscia. Sono stato attratto sui bordi di un canyon in fiamme. Il fumo mi riempiva le narici, e con esso l’odore nauseante di carne bruciata. Capii allora che ero all’inferno. Cercavo di allontanarmi, ma ogni volta che compivo un passo indietro una forza invisibile mi trascinava in avanti. Una voce mi ha parlato telepaticamente. ‘Hai condotto una vita materialista ed egoista,’ diceva. Sapevo che era vero, e mi vergognavo. Nel corso degli anni avevo perso l’empatia per i miei pazienti. Poi mi ero ricordato di una donna il cui marito era morto di cancro. Mi disse che voleva parlarmi e piangeva, ma non per quel motivo. Io però ero molto occupato. Le mie occupazioni ed i miei interessi mi distraevano… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Ho pensato a tutte le mie cose chiedendomi il senso dell’avere una casa così grande o il fatto di dover parlare dall’iPhone per comunicare con la mia famiglia. Provavo tanta vergogna e sapevo che non potevo fare più niente per rimediare. Avrei bruciato per l’eternità, ma una preghiera l’avevo fatta comunque, chiedendo a Dio un’altra possibilità. Possibilità manifestatasi nelle sembianze di mio padre, che però sembrava più giovane di 30 anni. Prendendomi per mano mi ha portato lontano da quell’inferno e poi mi ha consolato. Ho realizzato che da piccolo mi picchiava perché aveva paura che potessi sprecare la mia vita, si sfogava così. La sua tirannia mascherava amore. E proprio papà mi aveva salvato dall’inferno, e nei suoi occhi ho visto l’amore paterno. Lui non ha mai parlato, ma avevo capito il perché del suo comportamento. Poi mi disse: “La rabbia passa di padre in figlio e si può fermare. Puoi scegliere di non arrabbiarti più, semplicemente seguendo l’amore, che è la cosa più importante dell’universo”. Mi chiedevo intanto se sarei mai tornato tra i vivi, e se fosse successo avrei seguito l’insegnamento di papà. La scena era cambiata: attraverso un tunnel ero giunto in un posto dove c’erano tutti i miei antenati che mi davano il benvenuto. C’era anche mio nonno, fuori di se dalla gioia. Mi aveva detto le stesse cose sentite da mio padre, poi entrambi sono svaniti… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 5 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Ho visto anche l’arcangelo Raffaele, il quale mi aveva spiegato che ai livelli più alti del Paradiso si è circondati da una potente energia composta da amore ed intelligenza. E l’arcangelo Michele spiegava che molte persone non ne comprendono l’importanza. Poi ci siamo spostati verso un essere fatto di luce, ma non si capiva se fosse maschio o femmina che mi aveva inghiottito con la sua luce blu fatta di amore. Mi aveva predetto che sarei diventato un guaritore di anime e che avrei aiutato le persone con problemi come la tossicodipendenza, la depressione e il dolore cronico. Non voglio più essere un anestesista, voglio diventare invece un guaritore spirituale. Non so per quanto tempo sono rimasto con questa entità, ma il mio ritorno in vita è stato improvviso. Gli occhi mi facevano male quando li aprivo…ed ero in sala di rianimazione. Il cuore mi batteva forte ed i polmoni pompavano il doppio. Ho raccontato la mia esperienza extrasensoriale, gli angeli che mi avevano portato verso l’alto, svelando anche il mio proposito di voler andare in India dalla mia famiglia. Il dottore pensava scherzassi e mi aveva detto che più tardi mi avrebbe fatto visita. Non l’ho mai più rivisto”. Dopo il suo recupero, Parti si è dimesso dall’ospedale e ha deciso di condurre una vita molto più modesta, in accordo con la moglie. Ma soprattutto, ha capito quanto fosse essenziale anteporre la felicità al proprio ego.

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