Luca Barbareschi ha da poco compiuto 60 anni e, in merito a questo evento, ha deciso di raccontarsi in un’intervista rilasciata per il Fatto Quotidiano. In primis, l’uomo parla dei figli: “Nella vita mi sono preso sempre il lusso di dire la verità a iniziare da loro. Non gli ho nascosto niente, gli errori e le cose belle. Cosa ho scritto? ‘Ho sbagliato spesso, mi sono drogato, sono stato egoista, ma voi – aiutatemi a capire – nei miei panni, al mio posto, cosa avreste fatto?’. Vedono un padre realizzato, ma forse non sanno che sono fragile e pieno di dubbi”. Luca Barbareschi parla anche di eredità: “Sicuramente non quella economica. Non avranno un soldo e lo sanno (…) Hanno potuto studiare in scuole interdette al 99,7 per cento degli esseri umani, possiedono più di un passaporto, conoscono le lingue, sono svegli e colti e possono lavorare ovunque. Nella mia logica errante, ai miei figli non lascio denaro, ma le opportunità di farsi strada nel mondo (…) La gente pensa che io sia ricco. Non so se lo sono stato, ma so che oggi ho messo tutto quel che avevo, ogni risparmio nel progetto dell’Eliseo. C’è un’età per ogni cosa e sento che è arrivato il momento di restituire alla comunità”.
[nextpage title=”La clamorosa confessione sulla droga”]
Luca Barbareschi nella sua lunga intervista racconta anche della sua esperienza con la droga: “La droga l’avevo incontrata prima. A Milano girava di tutto. Lsd, mescalina, cocaina, fumo. E noi tutti, come idioti, a drogarci pensando di essere eversivi. L’eroina te la regalavano. Dei miei compagni di liceo in sei morirono di overdose. La borghesia milanese abdicò al proprio ruolo. I padri assenti e i danni del post ’68 fecero il resto. Non c’era più nessun filtro tra genitori e figli, le grandi famiglie ricchissime e borghesi di Milano aprivano le loro magioni al mare o in montagna e noi ci fiondavamo nei lettoni delle madri e delle figlie, in barca o in baita, per farci le canne insieme, fruire di qualche vacanza a costo zero, trombare le ragazze più fighe del Movimento che ovviamente per sentirsi evolute militavano a sinistra, osservare da vicino il rincoglionimento progressivo di un potere che un tempo aveva retto le sorti finanziarie dell’Italia”. CONTINUA A LEGGERE