L’hanno umiliata e poi minacciata così: “Se parli facciamo lo stesso a tua sorella”

La giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata anche l’occasione, per Anna Maria Scarfo, per fare un appello alle vittime affinché denuncino il prima possibile. La donna calabrese è stata infatti costretta a subire violenza sessuali di gruppo quand’era ancora una ragazzina. Ai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio 1, ha voluto condividere la sua terribile esperienza: “Ho subito la prima violenza nel 1999, avevo solo 13 anni, subito dopo sono andata dal parroco, ho raccontato tutto ma mi sono trovata davanti un muro di omertà… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”“L’incubo è finito””]

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Le violenze così sono proseguite fino al 2002 quando finalmente ho deciso di denunciare. Solo lì l’incubo è finito. Ho voluto proteggere mia sorella: un giorno il capo branco mi disse ‘adesso vogliamo tua sorella’ e io risposi ‘lei no. Potete anche uccidermi ma lei mai’. Lì ho avuto la forza di andare dai carabinieri e denunciare tutti gli abusi e le violenze”. Dopo il suo atto di coraggio… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”“Rifarei tutto””]

gli imputati e i loro parenti le hanno fatto terra bruciata intorno e lei è stata costretta ad andare via da Taurianova (provincia di Reggio Calabria) e a vivere sotto protezione. Lo scorso anno i processi si sono finalmente conclusi: “Oggi non ho paura. Tornassi indietro rifarei tutto. Oggi combatto ancora per le altre donne”.

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