La tremenda frase di Selvaggia Lucarelli sulle donne: “Quando hanno il ciclo sono…”

Un episodio imbarazzante che Selvaggia Lucarelli ha deciso di raccontare al suo pubblico di Facebook e che ha sconvolto il web, tanto da far discutere per giorni. La nota blogger e opinionista, oltre che volto televisivo in ambito gossip, ha infatti raccontato che PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Brescia”]

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“Venerdì sera ero a Brescia a presentare il mio libro. A un certo punto, mentre parlo della suora infame che mi è toccata in sorte durante gli anni delle medie, mi sento strana. Intuisco la ragione della sensazione di stranezza. Lo so. La sento. La riconosco: PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Ciclo”]

mi è iniziato il ciclo. Lì, in quel momento, violentemente e inesorabilmente. E mentre parlo penso che sì, lo dovevo capire che quando il mio fidanzato la mattina mi aveva domandato “Che ora è?”, quel “vaffanculo comprati un orologio e comunque tu non mi ami, si vede da come giri il caffè, ti odio!” era una risposta ormonale. Ma no, non lo avevo capito. “Mancavano 40 minuti circa alla fine dell’incontro, 150 persone mi scrutavano attentamente, mi attendeva un’oretta PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=”Cuscino bianco”]

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di firma copie e io ero, metaforicamente parlando, un’accoltellata che non poteva bendare la ferita. E’ in quel momento che osservo la seduta del mio simpatico interlocutore. E’ una comoda poltroncina. Bassa, elegante, semplice. Con un cuscino BIANCO. Un bianco di quelli cangianti, puri, luminosi, indiscutibili. Non un crema, un bianco sporco, un panna, NO. Un cazzo di bianco che di più bianco c’è solo la papalina di Francesco immersa nella candeggina a mani nude da una vergine. Penso che non ho fatto caso al colore del mio cuscino e che figuriamoci se è bianco, che è ‘sta scelta banale, sarà verde, nero, con una fantasia maculata, anzi, magari è rosso, certo, è sicuramente ROSSO FUOCO per valorizzare l’ospite e io me la sfangherò dal lasciare tracce per mimesi. Abbasso lo sguardo certa che il destino sia benigno. E’ BIANCO. Da quel momento in poi il mio destino è segnato. Pure quello del cuscino. Lo so, lo sento. Il pantalone nero mi salverà, ma il cuscino non ha scampo. Penso che dormirò lì seduta. Chiamo Lorenzo, che è lì sullo sfondo a chiacchierare, gli faccio cenno di raggiungermi.

Da seduta. Lui arriva basito. Non capisce perché non alzi il culo io e chieda di venir lì con un cenno come fossi il Dalai Lama. Gli spiego all’orecchio la situazione. Ride. Mi dice “Tu alzati e scendi veloce dal palco dicendo qualcosa che attiri l’attenzione su di te, che io giro il cuscino!”. Lorenzo fa quello che deve fare. Fatto sta, amici di Brescia, che con questo messaggio volevo farvi sapere che quello che è accaduto è il sintomo benigno della mia passione per questo lavoro: io, sul palco, do il sangue”.

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