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Una delusione. Nonostante ci siano ancora molti spezzoni di ore liberi in giro, a me non assegnano alcun posto. Anzi, peggio: speravo che i vincitori liberassero le cattedre andando ad occupare i loro ruoli legittimi in Abruzzo, e invece anche loro non sono stati sistemati, i loro posti non esistono più. Con la mobilità tante cattedre sono risultate fittizie, altre sono rimaste vuote e sono state occupate da precari bocciati al concorso, forse l’unico concorso pubblico che non conferisce alcun valore all’idoneità. Cerco di non avere rimpianti, il preside sa che può contare su di me per qualsiasi cosa. Mi dispiace però non poter più insegnare qualcosa ai ragazzi e coltivare in loro la passione per lo studio. Insegnare è mestiere del cuore, non del portafogli”.