La confessione di Gino Paoli: Dopo l’esibizione al Festival, ha detto tutta la verità sulla sua vita

Gino Paoli è stato tra gli ospiti più acclamati della terza serata del Festival di Sanremo. Il grande cantautore 83enne ha duettato con Claudio Baglioni, facendo emozionare tutto il pubblico dell’Ariston e i telespettatori a casa. A microfoni di Tv Sorrisi e Canzoni, Gino Paoli ha raccontato alcuni retroscena della propria vita: “Mio padre mi diceva sempre: ‘Quando la smetterai con queste cose e inizierai a fare qualcosa di serio?’ Lui voleva che diventassi ingegnere navale come lui e non venne mai a sentirmi, ma mia madre mi confessò che ciò che non sopportava era sentire critiche su di me. Non mi ha mai mostrato un grande orgoglio, ma poi faceva sentire sempre le mie canzoni ai suoi colleghi in ufficio… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]

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‘La gatta’ vendette 80 copie, il successo arrivò solo dopo grazie al juke-box. ‘Sassi’ fu criticata perché troppo esistenzialista per la musica leggera di allora. Mogol, che lavorava per Ricordi, mi criticò quando gli presentai ‘Senza fine’ e mi disse: ‘Ma come, va il rock and roll e tu porti un valzer?’. Non volevo scrivere canzoni politiche, le mie canzoni già lo erano in un certo senso. ‘Il cielo in una stanza’ fu rifiutato dall’editore Alfredo Rossi e anche da Miranda Martino. Se ne pentirono dopo che Mina la trasformò in un grande successo. Per avere successo il talento conta, ma non quanto la fortuna, quella serve sempre… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=””]

Sono stato fortunato nella vita. Ho avuto genitori decenti, un nonno straordinario che consideravo il mio supereroe, tante bellissime donne che mi hanno scelto, perché sono le donne a scegliere, non l’uomo. Fino a qualche anno fa bevevo una bottiglia di whiskey a sera ma ho ridotto anche il fumo. Eppure i miei amici che non fumavano sono già morti. Non sappiamo cosa ci possa riservare il domani, io mi sento precario da sempre ma vivo come se fossi un ragazzino. Faccio progetti a lungo termine e pianto alberi che cresceranno tra dieci anni. Mio cognato, che è medico, dice che quando morirò dovranno sezionarmi per scoprire il segreto della mia longevità”.

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