Hotel Rigopiano, parla Fabio uno dei superstiti: “Non smetto di pensare a come è morta mia sorella”

Si è salvato per puro caso, solo perché in quel momento era andato a prendere il pellet per ricaricare la caldaia. Per questo, Fabio Salzetta, è ancora vivo e non ha perso la vita nell’Hotel Rigopiano, dove lavorava. Lo racconta a Repubblica:
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“Il pellet mi ha salvato la vita. Io, Giancaterino, D’Angelo e Faye Dame stavamo portando i sacchi da qui a qui. Giampiero Parete (l’altro superstite, ndr) l’ho visto che era vicino al ruscello, sprofondato nella neve fino al petto. Sotto shock. L’ho tirato fuori e siamo andati insieme alla sua macchina nel parcheggio al lato del resort. La valanga l’aveva presa a metà, pochi centimetri e l’avrebbe rovesciata come le altre. Non ho ancora capito perché non ci hanno creduto subito”.
CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Prima della valanga”]
Poi ripensando a quelle ore immediatamente prima della tragedia Fabio ha dichiarato che tutti erano spaventati dalle scosse di terremoto e avevano i bagagli pronti per scappare via:
CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE[nextpage title=”Valanga silenziosa”]“Ricordo bene quella fila di auto, le facce nervose. La valanga è stata silenziosa. Nessun boato, nessuno spostamento d’aria. Un fruscio forte, come la neve che cade da un tetto troppo pieno. Ho sentito anche il rumore di un solaio che si incrinava, il legno che si spezzava”.

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