Francesca: “Sono l’ultima ad aver lasciato l’Hotel, gli albergatori non volevano. Ecco cosa dissero”

Questo è il racconto di una ragazza, che ha lasciato l’hotel di Rigopiano poche ore prima che avvenisse la tragedia. “Eravamo nella piscina interna, l’albergo era isolato perché la strada era bloccata. Il mio fidanzato stava parlando con un altro ragazzo. Si dicevano: se adesso succede una catastrofe, qui non ci ritrovano più. Avremmo potuto rimanere lassù fino a mercoledì, perché alla reception proponevano ai clienti prezzi scontati per prolungare la permanenza. Abbiamo preferito andare via”. Francesca continua raccontando: “L’idea era di festeggiare nel resort il compleanno del mio ragazzo, che è il 17 gennaio – spiega la 24enne -. L’offerta che avevamo trovato su booking.com, 140 euro per una notte in doppia, valeva solo per quel lunedì e non era rimborsabile. Quando è stato il momento di partire da Pescara stava nevicando tanto e non ero proprio convintissima di…
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andare. Dall’hotel, però, mi hanno telefonato dicendomi che non c’erano problemi, e mi hanno garantito che la provinciale da Farindola sarebbe stata percorribile. La Casa del Bosco, un’appartamento esterno che credo costi 1.600 euro a notte, era già inaccessibile: la neve ne aveva ricoperto l’ingresso. E dietro al resort, sul versante, si era formato come una specie di grosso canalone innevato. Quando ci siamo svegliati, infatti, abbiamo cominciato a preoccuparci. Dovevamo ripartire alle 11, ma non potevamo perché la provinciale era di nuovo impraticabile. Nell’ascensore la direzione aveva affisso un cartello per comunicare che lo spazzaneve sarebbe arrivato alle 11. Ma non si è visto. C’era un po’ di tensione. Nonostante dentro ci sentissimo sicuri, almeno una decina di clienti se ne voleva andare al più presto. C’era un’aria strana, una luce brutta, lugubre. I due ragazzi della reception hanno offerto ad alcune coppie la possibilità di…
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prolungare la permanenza uno o due giorni, a prezzi scontati. Era un modo per risarcirci del disagio dell’isolamento. Una coppia di Atri ha accettato l’offerta dell’hotel: dicevano che al loro paese non c’era l’acqua e l’esercito era in strada per l’emergenza, quindi che per loro era meglio rimanere un’altra notte al Rigopiano. Ora sono tra i dispersi purtroppo”. E poi l’incubo della tragedia a cui fortunatamente è scampata. “Nessuno parlava del rischio valanghe. C’era un uomo, credo il proprietario, che cercava di tranquillizzare tutti. Mi ricordo di aver sentito una telefonata alla reception, nella quale rassicuravano i clienti che sarebbero dovuti arrivare quel giorno. Lo spazzaneve alla fine è arrivato alle 15. A quel punto una quindicina di clienti, tra cui noi, se ne sono andati. Eravamo una carovana di 7 macchine. Scendendo molto lentamente, abbiamo incontrato 5 automobili che stavano salendo. Ci siamo dovuti spostare di lato, sul ciglio della strada, per evitare incidenti. In un’auto c’erano dei bambini piccoli, e mi ricordo di aver pensato: accidenti, questi portano su i figli…ma non si accorgono della situazione?. Quando ho saputo che li avevano salvati, ho pianto di gioia”.

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