Non tutti conoscevano la storia di Carlo Conti e di suo padre. Un retroscena della vita del noto presentatore Rai, che lui stesso ha voluto raccontate in un’intervista concessa al Corriere della Sera. Alla domanda su quale fosse stato il suo primo ricordo, Carlo ha risposto: “Vorrei fosse il mio babbo, ma morì quando avevo 18 mesi. Mia madre mi fece soprattutto da padre. Non aveva una lira: aveva speso tutto in cure sperimentali, inutili… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=””]
Avrebbe potuto gettarsi dalla finestra con me in braccio. Aveva dedicato la sua vita a me. A volte penso che se fosse stato il mio babbo a crescermi sarei un uomo diverso. Non mi sono mai sentito sfortunato. Mamma mi ha trasmesso la leggerezza e l’amore per la vita, oltre all’attenzione per chi aveva meno di noi… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Quella volta con Pieraccioni”]
Carlo racconta un altro episodio simbolico: “Era il 1983, avevo 22 anni, e stavo giocando a tennis con il mio migliore amico: Leonardo Pieraccioni. Arrivò il suo babbo, si mise dietro di lui e cominciò a incoraggiarlo: batti meglio, forza il dritto. Venni a rete a raccogliere una pallina, mi voltai indietro, e compresi che io una figura così non l’avevo”.