Il racconto

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Così la donna aveva descritto quella terribile notte: “Come un ciclone il letto che si muoveva ondulando a destra e sinistra poi il crollo, la polvere, il buio. Una trave del soffitto credo mi abbia protetto la testa e con il braccio destro libero ho preso un pezzo di mattone, battendolo per farmi sentire. Sentivo gli amici di Roma della stanza 104 accanto alla mia, mi chiedevano di continuare a parlare. Ma io respiravo con difficoltà, mentre loro vedevano un po’ di luce. Allora nel panico li ho anche mandati a quel paese”.

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