E’ brutto anche parlare di queste cose ma dopo che Elena ha reso pubblico il “male” di suo figlio, il piccolo Giacomo, sono migliaia le persone che cercano e chiedono costantemente aggiornamenti sulle condizioni del bimbo ed Elena cerca con le dovute maniere di aggiornare i suoi fan. In una lunga intervista concessa a “Il Corriere dello Sport”, la moglie dell’ex calciatore Bernardo Corradi ha detto…CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”Nessun sospetto”]
Elena ha detto “La cosa peggiore è che non ero presente alla risonanza. Non avevamo sospetti, era un esame fatto per precauzione. Quando mio marito è tornato a casa gliel’ho letto in faccia. Sono andata in bagno e ho vomitato“. Ma perché il figlio faceva accertamenti? “Intuito materno. Stava bene ma mi sembrava strano”. Dopo la diagnosi Elena e Bernardo andarono all’ospedale Bambin Gesù per incontrare i medici e prima di quell’incontro la Santarelli aveva un chiodo fisso in testa: “Mi ripetevo: ‘tuo figlio ha un tumore’. Non potevo non pensare alla morte”. Fortunatamente “la paura della morte era solo nella mia testa”, confida la showgirl, visto che gli esami successivi alla diagnosi hanno suggerito che non era troppo tardi per curare la malattia. CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”Bambini intubati”]
“La prima sera in reparto è stata la più dura. Non volevo che Giacomo vedesse i bambini intubati, non potevamo dirgli subito: ‘Ora fai la chemio, perdi i capelli, combatti le cellule’. La malattia non l’ha cambiato molto, ha solo perso i capelli. Ma sono stanca di chi mi dice ‘tanto è un maschio’. Mi strapperei i miei per darli a lui. Il percorso è lungo ma confidiamo di essere nell’80% che si salva”. E in una coppia che succede in situazioni simili? “I primi giorni ci guardavamo in silenzio, ma gli occhi parlano ed erano gli stessi pensieri”. Infine spazio a un aneddoto tanto tragico quanto sintomatico di un amore incondizionato: “Il momento più brutto è stato quando di notte, con la torcia in mano, andavo a raccogliergli i capelli sul cuscino per non farglieli trovare al mattino. Quei momenti erano una pugnalata. Metti al mondo un figlio e vuoi proteggerlo, ma non sai che puoi sentirti così tanto impotente”.