Tutti sanno che ci sono persone intolleranti al lattosio, ma cosa significa? Perché esiste il latte ad alta digeribilità? La capacità di berlo e digerirlo, superato lo svezzamento, è però un avvenimento abbastanza recente nella nostra storia evolutiva.
Come spiegato da Divulgativamente, tutto deriva da una mutazione genetica avvenuta circa 7000 anni fa su alcuni geni che controllano la produzione dell’enzima lattasi, proteina necessaria a digerire il lattosio. Gli individui con questa mutazione, quindi, continuano a produrre l’enzima anche dopo lo svezzamento. Questa caratteristica però è, come detto, piuttosto “giovane” e quindi non è presente in tutta la popolazione.
Il lattosio è uno zucchero tipicamente contenuto nel latte, formato da due zuccheri “semplici”, glucosio e galattosio. Quando l’enzima lattasi non viene più prodotto, come nelle persone intolleranti, il legame fra le due molecole non viene rotto e il lattosio non può essere metabolizzato, con effetti nefasti sull’organismo.
Ecco quindi il latte ad alta digeribilità, un latte preventivamente trattato proprio con l’enzima lattasi, in modo che non vi sia più il lattosio, ma solamente gli zuccheri semplici che lo compongono e che anche gli intolleranti possono assumere senza problemi.
Una curiosità: visto che il lattosio ha un basso potere dolcificante, il latte ad alta digeribilità è leggermente più dolce.
Il sapore, quindi, è solo lievemente alterato.