La nuova tassa all’esame del Parlamento è destinata a far discutere. A partire dal nome che le è stato dato per ribattezzarla: “Tassa sulla morte”. Di cosa si tratta? Della proposta, contenuta in un disegno di legge che sarà sottoposto alla Commissione Igiene del Senato, di imporre l’Iva del 20% e 30 euro una tantum per ogni funerale… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La ragione”]
In realtà, quella che sembra un’idea decisamente stravagante è supportata da una ragione ben definita: “In più parti d’Italia purtroppo, l’attività funebre e cimiteriale si è deteriorata divenendo oggetto di indagini di organi di polizia o della magistratura e le cronache, quasi ogni settimana, documentano di reati o di raggiri messi in atto da operatori sanitari o da imprese funebri ai danni delle famiglie… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”I Comuni”]
di allarmi sociali più o meno estesi derivati da cattive gestioni cimiteriali, di confische a clan camorristici anche di imprese funebri o di loro influenza nella gestione dei cimiteri”, si legge nella relazione che accompagna il provvedimento. Inoltre, i Comuni dovranno destinare una parte del gettito annuale della Tasi, nel caso in cui nel proprio territorio ci siano cimiteri con caratteristiche monumentali.