Il cane che ha salvato la vita alla sua padrona. Ecco cosa ha fatto per lei

Daniela vive a Portoscuso, un paesino del sud Sardegna, ed è affetta dalla sindrome di Bland White Garland: una rara cardiopatia congenita. Da quando è piccola, ha sempre avuto un rapporto eccezionale con i cani, aiutando i randagi a trovare una casa. Uno di questi, Shonny, è con lei da 8 anni, perché malato di displasia:

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«Ci consoliamo a vicenda, io con la mia malattia e lui con la sua. Nel 2014 ho iniziato a star male, me ne sono accorta perché avevo sempre sonno e non era normale considerando che conducevo una vita regolare. Invece, ogni giorno ero più debole. Sembrava che Shonny sentisse che stavo per morire. Sono entrata in sala operatoria con 40 battiti al minuto e senza sapere come sarebbe andata. Prima dell’intervento, infatti, i medici ti informano sulle eventuali controindicazioni: avrei potuto riportare danni permanenti al cervello o restare paralizzata, soprattutto non si sapeva se l’intervento sarebbe riuscito. Ma mi sono detta: “Se ho almeno una sola possibilità di portare ancora Shonny a fare la pipì fuori, allora me la gioco!». Non ho mai pensato: “Come farò un giorno senza il mio cane?”, il mio pensiero è stato: “Come farà il mio cane senza di me se non torno?”. Il 24 aprile 2014 sono stata operata e messa fuori pericolo di vita».

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Nel corso dell’intervento Shonny si rifiutava di uscire, era abituato ad andare con Daniela ovunque: «Noi facciamo tutto insieme, andiamo al mare, Shonny sa anche surfare! I medici mi avevano detto che avrei dovuto restare in un ambiente asettico, ma non resistevo, ho voluto che tornasse a casa il giorno dopo di me. Non potevo stare a contatto con lui ma almeno sapevo che era in casa, sentivo la sua vocina e lui sentiva me. Quando sono tornata avevo lo sterno spaccato in due, lui non mi è saltato addosso come fa da sempre ma si è accucciato accanto al divano. E anche la notte quando trovava la stanza chiusa non l’ha mai graffiata per chiedere di entrare, e noi dormiamo sempre insieme. Dopo un mese di post-operatorio mi sono fatta forza, volevo, dovevo riprendermi prima del dovuto: il mio cane mi stava aspettando. Quando mi sono sentita meglio ha ricominciato la solita vita, a saltarmi addosso, a darmi i bacini».

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