Denis Stefan, un ragazzo di 27 anni di origini kosovare, ha iniziato a parlare in strada ieri sera dopo lo sgombero del campo nomadi nel quale era “residente”. Indicando alcune villette vicine all’ex campo nomadi Camping River, Stefan ha detto “Entreremo nelle case dei cittadini, da stasera, per fargli vedere cosa significa essere buttati in strada”. Stefan, insieme a altri 50-60 rom ha iniziato a…CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”Minacce ai cittadini”]
Stefan, insieme ad altro 50-60 rom ha iniziato a minacciare i cittadini. “Noi da qui ce ne andiamo soltanto morti. Fino a ieri i cittadini di questa zona stavano bene con noi, ci salutavano, salve, buongiorno. Ora abbiamo sentito che sono felici che ci cacciano via. Allora noi abbiamo promesso che da stasera gli entreremo in casa. Una minaccia? No, bloccheremo tutta la via. Non sarà facile liberarsi di noi”. CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE PER CONTINUARE A LEGGERE…[nextpage title=”50 agenti a presidio”]
Ora ci sono 50 agenti che presidiano la zona. I cittadini sono sotto shock per le minacce e temono per la loro incolumità. È uno sforzo rilevante, per un Corpo di 5mila uomini, ma è necessario per scongiurare un blitz notte tempo degli sgomberati, per tornare in possesso dei vecchi container. Blitz che difatti puntualmente avviene, appena si fa sera e comincia a piovere: gli ultimi sfrattati sfondano il cancello, prendono a sassate i vigili, un agente finisce in ambulanza al Sant’Andrea. Gli uomini della Municipale si sono piazzati anche davanti ai cancelli delle case a ridosso del campo, per controllare che gli ultimi rom non forzino gli ingressi.