Carlo Verdone si racconta. Dopo la partecipazione al programma di Enzo Trapani ‘Non Stop’ nel 1978, arrivò il successo: «La gente ormai mi riconosceva per strada e a tanta popolarità io reagii con attacchi di panico», spiega in un’intervista.«Mi girava la testa, andavo in iperventilazione, temevo mi venisse un infarto da un…
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momento all’altro. Non ero più in grado di uscire di casa, nemmeno per andare a trovare Gianna, la mia fidanzata e futura moglie che abitava vicino a Vitinia, una frazione di Roma. Il buio ricadeva su di me, ero un uomo da buttare». «Ecco, è uscita fuori tutta la mia…
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inadeguatezza, mentale e fisicà, pensavo. Non sono in grado di sostenere questo tipo di lavoro». Di grande aiuto gli fu poi «un gran calcio nel sedere di mia mamma Rossana», e Piero Bellanova. «La cura che mi suggerì fu lì per lì uno shock: lui la definiva “un atto…
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di coraggio” che consisteva nel rimettere il naso fuori di casa per andare a trovare Gianna, allungando il percorso addirittura di una decina di chilometri. “Invece di prendere subito lo svincolo per Vitinia – diceva – vai fino a Ostia, fai la rotonda e torni indietro. Sia all’andata sia al ritorno. Pensavo scherzasse, invece…».