Un recente studio condotto su quattordicenni da ricercatori belgi, canadesi, francesi, inglesi, irlandesi e tedeschi pubblicato su Translational Psychiatry ha dimostrato che, confrontando i giocatori casuali con quelli assidui, solo nel cervello di questi ultimi il cosiddetto “striato” appare più spesso a sinistra e si attiva maggiormente in caso di perdita, un fenomeno…
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che si osserva anche in chi fa uso di cocaina, anfetamine o alcol. Ciò sarebbe legato ad alterazioni della dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, tant’è che i ricercatori ipotizzano una sorta di assuefazione da videogames per saturazione dei meccanismi di gratificazione e di compenso. Ma se i video games cambiano alcune aree cerebrali apparentemente in peggio, i socialnetwork come facebook sembrano…
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invece cambiarne altre in maniera verosimilmente positiva: lo ha dimostrato, sempre con la risonanza magnetica, un altro studio anglo-danese delle Università di Londra e di Aarhus pubblicato sui Proceedings della Royal Society of Biological Science. Le aree cerebrali interessate in questo caso sono principalmente la corteccia temporale media e…
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quella entorinale, implicate rispettivamente nella percezione sociale e nella memoria associativa. Il volume di queste due aree aumenterebbe proporzionalmente al numero di amicizie virtuali intrecciate sul web cosicché lo spessore del network sociale attivato on line risulta legato allo sviluppo delle strutture cerebrali implicate nella cognitività sociale. Insomma, più amicizie = più cervello.