In un momento di crisi che perdura da ormai diversi anni e coinvolge quasi tutta l’Italia e milioni di persone di ogni età, la ricerca di lavoro si è fatta sempre più difficile. Ci sono però questioni che rimangono irrisolte e l’episodio che andiamo a raccontare ha dell’incredibile. PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Panetteria “]
Una panetteria di Milano sta cercando personale, offre 5 posti di lavoro: barista, cassiera/commessa, aiuto cuoco, panettiere e pasticcere oltre a un addetto alle pulizie. Un lavoro normale, pagato adeguatamente e con regolare contratto nazionale. Ma il titolare ha raccontato che PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Nessuno acceta”]
tutti coloro che si sono presentati fino a questo momento hanno rinunciato dopo il colloquio. “I curriculum arrivano – spiega il titolare – ma i problemi iniziano al colloquio. Cerchiamo una cuoca che affianchi la nostra, per darle una mano, ma nessuna vuole farlo. Avevamo preso un barista, ma ha rifiutato un contratto perché PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=”Meglio la disoccupazione”]
altrimenti perdeva i 700 euro di disoccupazione”. “L’altro giorno – prosegue il titolare – è venuta una cuoca e ce l’ha detto chiaramente: io comincio da voi, ma aspetto la risposta alla domanda di disoccupazione. Se mi danno l’assegno, non vengo. E non è venuta. “Offriamo un impiego stabile, perché ci mettiamo tanto a formare i nostri addetti e non vogliamo ricominciare da capo ogni volta”, prosegue il titolare. Ma gli italiani non vogliono proprio più lavorare?