E’ finalmente entrato in vigore il provvedimento che istituisce il nuovo reddito di inclusione, ovvero la misura di contrasto alla povertà. Un cambiamento importantissimo per centinaia di migliaia di italiani, forse anche di più, che entrerà in vigore dal PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”1 Gennaio 2018″]
primo gennaio 2018 e sostituirà completamente la Social Card e la Asdi. La cifra erogabile mensilmente andrà da un minimo di 187,50 euro ad un massimo di 485, 41 in base al reddito certificato di ogni nucleo familiare richiedente e soprattutto al numero di componenti. PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”A chi spettano”]
Per poter beneficiare di questo assegno mensile, chi ne farà richiesta dovrà partecipare a un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Il reddito di inclusione mira da una parte a sostenere economicamente le famiglie più deboli, dall’altra ad attivare progetti che permettano a queste persone di uscire dallo stato di indigenza. Per poter fare richiesta bisogna essere cittadini Ue o familiari titolari del diritto di soggiorno o del permesso di soggiorno UE, essere residenti in Italia da almeno due anni in via continuativa, avere un valore Isee in corso di validità non superiore ai 6mila euro e un patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non superiore ai 20 mila euro e di un patrimonio mobiliare non superiore alla soglia di 6mila euro. Avranno precedenza i nuclei con un minorenne, un disabile o una donna in stato di gravidanza accertata o un lavoratore di età pari o superiore ai 55 anni che si trovi in stato di disoccupazione per licenziamento, anche collettivo o dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale.