Lo hanno ucciso a calci in testa: “Ecco perché lo abbiamo aggredito”

La morte di Niccolò Ciatti ha sconvolto l’Italia durante questa estate. Il 22enne di Scandicci, infatti, è stato pestato morte in una discoteca di Lloret de Mar, località della Costa Brava in Spagna. Il giovane PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE [nextpage title=”Massacrato”]

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è stato massacrato da tre ragazzi ceceni, tutti lottatori a livello agonistico, ma la dinamica non è ancora molto chiara al di fuori di quanto si vede nelle immagini delle telecamere esterne al locale: perché è scoppiata la rissa? Gli amici di Niccolò PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Le Iene”]

hanno raccontato agli inquirenti che a un certo punto uno dei tre aggressori si è avvicinato alla vittima e lo ha aggredito. Ma uno dei tre lottatori ceceni, invece, ha raccontato una dinamica differente, svelata a Le Iene che lo hanno intervistato mercoledì sera su Italia 1.  “In discoteca non siamo entrati per divertirci ma per parlare di lavoro – ha detto -. Appena entrati PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=”Il Piccolo Vandam”]

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siamo passati vicini al gruppo di Niccolò Ciatti e uno di loro ha spinto il piccolo Vandam (soprannome di Rasul Bisultanov, 24 anni, l’unico ancora in carcere). Niccolò li ha spinti senza un motivo, così Rasul e Niccolò hanno iniziato a picchiarsi. Il mio amico ha cercato di calmarlo ma è stato accerchiato dagli amici di Ciatti. Era solo, si sentiva minacciato e ha iniziato a picchiarli. Era sotto l’effetto di droghe e alcol e per questo ha perso il controllo. Quando Niccolò è caduto a terra lo hanno lasciato lì e nessuno si è avvicinato: i suoi amici dovevano intervenire quando è iniziata la rissa. Certo è una tragedia che una persona sia morta. Quando eravamo in caserma abbiamo pensato che sarebbe stato meglio se fosse morto uno di noi. Adesso sono come uno zombie, non sorrido più, non alzo più lo sguardo, mi limito a guardare per terra”.

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