Schernire, rimproverare, accusare, non apprezzare mai ciò che l’altra persona fa ogni giorno. Sembrano comportamenti banali, ma in psicologia queste vengono chiamate micro-aggressioni: abusi psicologici velati, basati sul disprezzo quotidiano del proprio partner. Il risultato più scontato di certi atteggiamenti è che PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”Autostima”]
chi subisce queste piccole angherie finisce per annientare la propria autostima. Non si parla spesso di questa tipologia di abuso perché non lascia segni sulla pelle, ma nel cuore sì. E soprattutto mina fortemente il rapporto di coppia. Vi siete mai sentiti dire: “Lascia stare, adesso lo faccio io, imbranato come sei va a finire che rompi tutto”? Magari con tono bonario, ma ripetuta tutte le volte questa frase si annida dentro di noi convincendoci che non siamo buoni a nulla. PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Disattenzione”]
Ci sono poi i comportamenti a contribuire. La disattenzione verso ciò che facciamo, la sottovalutazione delle nostre capacità o delle nostre intenzioni nei confronti dell’altra persona. Quando si ridicolizzano i gusti altrui, non si dedica tempo ai bisogni del partner, fare ironia in pubblico sulle abitudini della persona con cui condividiamo la vita. Vi sembrano atteggiamenti giusti? PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=”Bisogna parlarne”]
Se si arriva poi a occuparsi sempre di una stessa cosa in casa con la scusa che “l’altro non è capace” e si dice in pubblico che il proprio partner non è in grado di svolgere un determinato compito (“non sa cucinare”, “è troppo disordinato”), allora siamo di fronte a un vero e proprio caso di micro-aggressione deleteria. Si rischia di rompere la coppia e mandare in malora relazioni di anni, magari con figli coinvolti. Per far sì che le cose si aggiustino in tempo, chi capisce di subirle deve trovare la forza di confrontarsi con il partner e parlarne. O sarà troppo tardi.