E’ accaduto presso l’ospedale Ferrari di Casarano, in Puglia e la vicenda senza precedenti è stata raccontata direttamente da una giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia, Daniela Palma, ricoverata per partorire. Ecco la sua testimonianza incredibile PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La rivelazione”]
“Secondo una delle notizie che rimbalzano in reparto, ho 24 ore di tempo per farmi venire le doglie, rompere le acque ed entrare in travaglio. Proprio così: se voglio partorire nel punto nascita del “Ferrari” di Casarano devo farlo entro domani, 20 settembre 2017. Dopo questa data PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Parto a numero chiuso”]
il reparto non accetterà più nuovi ricoveri per smaltire chi è già dentro in vista della chiusura del reparto del 30 settembre prossimo”. Una situazione inaccettabile per la futura mamma e cronista locale, che ha deciso di denunciare il fatto pubblicamente. PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE[nextpage title=”Gallipoli”]
“Nell’ospedale di Gallipoli, intanto – continua la Palma – , una delle alternative a disposizione, dove verrebbe trasferita una parte del personale medico a partire dal 1° ottobre (forse, con il condizionale, ci mancherebbe), la risposta è: “Signora, se deve venire qui dobbiamo prenotare un pre-ricovero per farle tutte le analisi, aprire una cartella clinica a suo nome e raccogliere le informazioni necessarie, ecografie, tampone, prelievi, tracciati: diversamente non sapremmo nulla della sua gravidanza e del suo stato di salute”. Una situazione paradossale influenzata dalle maglie della burocrazia che rende una corsa a ostacoli anche un momento felice e delicato come il parto.