Mano distrutta, i chirurghi fanno una cosa pazzesca: “Tienila lì per 42 giorni, poi…”

Carlos Mariotti è un uomo brasiliano di 43 anni che nel marzo 2016 ha perso tutta la pelle della mano sinistra per un incidente sul lavoro: i tendini e le ossa erano esposti, il suo arto praticamente non esisteva più. Invece di amputare la mano, però, i chirurghi hanno deciso di adottare una tecnica assolutamente insolita: inserire l’arto all’interno di un “sacchetto” di tessuti molli nell’addome. In poche parole, i medici hanno racchiuso la mano nella pancia dell’uomo per 42 giorni. “Era una sensazione veramente strana, perché sentivo che le mie dita vagavano dentro il mio corpo – ha raccontato l’uomo – “Mi è stato detto di assicurarmi che… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE[nextpage title=”La mano dentro la pancia”]

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la mano fosse ben spinta all’interno del ventre e di muovere in continuazione le dita, per evitare che si ‘incollassero’. Ogni giorno ho dovuto fare attenzione a reprimere l’istinto che mi diceva di muovere il braccio, perché rompendo i punti avrei compromesso le mie possibilità di guarigione. Il dolore era insopportabile, non lo dimenticherò. Dormire è stata un’impresa, non potevo girarmi su quel fianco o mettermi a pancia in giù. In alcuni momenti ho rischiato di scoppiare per la rabbia, ero frustrato perché ero inerme e dovevo dipendere da altre persone per ogni cosa: dall’igiene personale al vestirmi”. Ora Carlos dovrà… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE[nextpage title=”Altre operazioni”]

sottoporsi ad altri interventi per aumentare la mobilità della mano e migliorare l’aspetto dell’arto (al momento è gonfio e non ricorda la forma della classica mano): “Gran parte dell’operazione è stata fatta per gentile cortesia del Dottor Brandao, perché il mio datore di lavoro non mi ha aiutato. Non avrei mai immaginato che i medici potessero fare tutto questo per cercare di salvare la mia mano. Ora voglio completare l’opera, ricostruire la mia vita e tornare a lavorare per mantenere la mia famiglia. Ma per farlo mi serve aiuto”, è l’appello di Carlos.

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