Due genitori egiziani sono stati accusati di maltrattamenti nei confronti della loro bambina di appena 10 anni. La piccola avrebbe confidato a una sua insegnante di voler addirittura morire pur di non subire più certi trattamenti. Così, la maestra in aula:
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“La ragazzina spesso aveva delle crisi. Diventava tutta bianca, tremava, sveniva. Avevamo addirittura messo un materassino in classe, per poterla soccorrere. In due occasioni, a novembre 2014, l’abbiamo portata in ospedale. Abbiamo provato a parlare con la mamma, ma con scarsi risultati”. La piccola veniva spesso legata a una sedia per punizione e poi frustata con dei fili elettrici. Non contenti la svegliavano ogni mattina all’alba, costringendola a pregare. Ecco infine le due versioni degli avvocati. Prima il difensore della coppia:
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[nextpage title=”Gli avvocati”]
“Questo è un procedimento su cui incide la matrice culturale. Una storia lunga e complessa, che si sviluppa in un contesto di estrema povertà economica e dove ci sono due genitori che utilizzano mezzi di correzione severi. Oggi non si usano più, ma non sono sicuramente violenze. I miei assistiti, che verranno sentiti nelle prossime udienze, negano tutte le accuse”. Poi quello della parte civile: “Questa non è una questione culturale. Questi episodi vanno oltre la semplice sgridata. Ci sono le percosse, le punizioni corporali, le umiliazioni che hanno influito profondamente sulla psiche di questi ragazzi”.