Mentre si celebra il funerale di Italo D’Elisa, il ragazzo ammazzato per vendetta dal panettiere ex calciatore Fabio Di Lello, un avvocato ha creato una pagina Facebook dal titolo inequivocabile: “Fabio Di Lello, libero!”.
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“Un eroe! Vorrei tanto essere il suo avvocato – scrive Cruciani – per guardare in faccia il giudice che eventualmente lo condanni! Ha fatto giustizia dove la giustizia non arriva… il mio investitore ha avuto solo la patente sospesa per qualche mese e basta. Io invece sono stato condannato a vita a soffrire. Ho scritto a Fabio chiedendogli di essere tra i legali che lo difenderanno, anche solo per andare in tribunale sulla mia sedia a rotelle completamente paralizzato e guardare in faccia il giudice…”.
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“A chi parla di perdono consiglio un test: provate a stare 30 minuti fermi senza potervi muovere magari con una mosca che vi passeggia sulla faccia senza la possibilità di cacciarla via…. solo perché chi vi ha investito aveva fretta di tornare a casa e quindi percorreva contromano una strada per mettersi primo al semaforo… Mai punito… mai chiesto scusa. Non sono esaltato ma solamente una delle poche persone che può capire che vuol dire essere uccisi e raccontarlo. Sì, perché è forse peggio che uccidere paralizzare una persona nel pieno della sua vita, 47 anni, e non…
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chiedere nemmeno scusa anzi chiedere un risarcimento danni per la propria macchina con la quale percorreva una strada contromano e con la quale mi ha investito in pieno spezzando la mia vita. Fino al giorno prima avevo una vita… Vivevo la vita che tutti vorrebbero, invece è arrivato qualcuno e mi ha trascinato all’inferno. E questo qualcuno è rimasto impunito… non ci crederete ma quello che ha fatto Fabio mi fa stare un po’ meglio…Per me è un eroe… massima solidarietà per chi fa giustizia dove giustizia non esiste… Anche il mio investitore non mi ha mai chiesto scusa nonostante mi abbia costretto su una sedia a rotelle…”.