Momento importante nel caso dell’omicidio di Guerrina Piscaglia: sono state depositate le motivazioni della sentenza, che lo scorso ottobre ha condannato a 27 anni di carcere Padre Gratien Alabi… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 2 DELL’INDICE
[nextpage title=”La condanna”]
Il sacerdote di origini congolesi è stato infatti riconosciuto colpevole dell’assassinio e della soppressione del cadavere della donna, scomparsa il 1° maggio 2014 in provincia di Arezzo: il suo corpo ancora non è stato trovato. Ma ecco cosa certifica la sentenza… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 3 DELL’INDICE
[nextpage title=”Le motivazioni”]
“Padre Gratien uccise Guerrina Piscaglia per evitare uno scandalo. Un atto istintivo. Aveva paura. Vedeva minacciate la salvaguardia del suo onore e la sua dignità di prete”. A inchiodarlo, indizi “gravi, precisi e concordanti”. Padre Gratien tentò inoltre di depistare le indagini… PER CONTINUARE A LEGGERE, CLICCA SUL PUNTO 4 DELL’INDICE
[nextpage title=”I tentativi di depistaggio”]
inventando anche un personaggio – zio Francesco – che sarebbe servito per il suo alibi. La difesa ha 45 giorni di tempo per presentare appello, mentre il frate si trova nel convento romano dei padri Premostratensi.