Quello di cui è stato protagonista Nicolas, un bambino di 18 mesi di Reggio Emilia, è un caso quasi unico. Il piccolo stava mangiando una mela, quando si è sentito male: “A un certo punto ha cominciato a tossire e a rantolare. Non smetteva più, faticava a respirare. Così abbiamo chiamato subìto i soccorsi: a casa nostra sono arrivate un’ambulanza e un’automedica…
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[nextpage title=”La situazione disperata”]
È intervenuto un rianimatore, ma abbiamo capito che il problema poteva essere grave perché gli operatori hanno subito allertato l’ospedale”, racconta il padre Fabio. Al Pronto Soccorso, i medici hanno capito subito che la situazione era grave: “Hanno verificato se aveva inghiottito un boccone, rimasto magari incastrato nelle vie respiratorie superiori, all’altezza della trachea, ma non era così. Intanto hanno allertato anche l’ospedale di Bologna”. Ecco quindi la decisione d’urgenza dei medici: “Chiamate anche i nonni all’ospedale. Non c’è tempo per andare a Bologna. Interverremo qui: non sappiamo ancora se sia stato compromesso il sistema respiratorio e i tempi per intervenire sono molto stretti”. La situazione, come raccontato da Fabio, è diventata insomma delicatissima: “Ho visto i medici affannarsi…
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[nextpage title=”L’operazione d’urgenza”]
hanno chiamato un collega da fuori città, credo da Modena. Poi sono arrivati i primari di Rianimazione e di Pediatria. Ho sentito che hanno allertato anche il direttore sanitario. C’erano tanti dottori affannati a cercare una soluzione. Poi il nostro bambino è stato portato in sala operatoria, dov’è rimasto per un’ora”. L’intervento per fortuna è andato bene, come racconta sollevata mamma Victoria: “Grazie a un endoscopio particolare, che si sono procurati in via d’urgenza…
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[nextpage title=”Il lieto fine”]
attraverso la gola hanno raggiunto i bronchi e lo hanno liberato dal pezzo di mela. Una volta finito l’intervento, mi hanno detto che il bambino aveva ricominciato a respirare regolarmente”. Il bimbo è quindi sopravvissuto a quella che sarebbe potuto essere una vera tragedia: “Erano in tanti, non so neppure i loro nomi ma vorrei ringraziarli uno per uno – afferma la madre rivolgendosi ai medici – perché grazie al loro impegno hanno salvato Nicolas e hanno regalato a noi la possibilità di poterlo ancora abbracciare”.